Pagina:Alle porte d'Italia.djvu/415

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dal bastione malicy 401

accusare gli altri dopo quella birbonata del settantasette? Come non capisce che un giorno o l’altro.... — Poi daccapo una voce grassa e pacata: — .... in un involto di carta, oppure dentro a un pezzo di tela, e lo mette in pentola: ma senz’acqua, badi! e deve cuocere in quattro o cinque ore, a sola bragia, per effetto dei vapori che si svolgono, e che restan lì chiusi: lei mangierà il miglior lesso che sia mai stato assaggiato al mondo dacchè si parla di mangiare e di bere....



E tutti si fermano un minuto al muricciolo ad ammirare il tramonto. Quando tutta la pianura è già nell’ombra turchina della sera, scendono ancora per la valle del Chisone, per la valle di Luserna e per la valle del Po, come per tre immense finestre, dei fasci di luce calda, che rischiarano tre lunghissime striscie di campagna, indorando case, boschi e torrenti. I monti bassi son già quasi neri; i monti alti d’un azzurro cupo; le montagne altissime ancora chiare, d’un azzurrino limpido, unito e dolce come l’acqua della grotta di Capri; e tutte ornate a ponente di tante mantelline di seta rosea tempestate di gemme e di stelle d’oro. Poi tutte queste mantelline s’accorciano, si stringono, si riducono a una collana, non son più che un diamante, svaniscono. Ultimo resta ancora il Monviso sotto la larga carezza del sole. E il sole lo accarezza, — lo tocca, — lo lambe, —

De Amicis. Alle Porte d'Italia. 26