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Mille a te Silfi accorrono
In sulle lucid’ali,
Diva progenie, aerea,
Che sfugge occhi mortali.
Ne’ più remoti secoli
Giacque ozíosa e oscura;
Oggi del sesso amabile
Commessa è a lor la cura.
Gelosi custodiscono
I nei, l’acque odorate,
I varj fior, le polveri,
Le gemme, e l’onestate.
Come vegliaro intrepidi
La minacciata Inglese?
Ma il fato è sopra: inutile
Pietà sì bella ei rese.