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Scendea sul collo eburneo
Parte del crine aurato,
Per mano delle Veneri
Ad arte inanellato.
Questo all’altera vergine
Degli occhi suoi più caro,
Cadde improvvisa vittima
D’insidíoso acciaro.
Ma sorgi omai. S’involano
L’ore, e la notte avanza:
Vuoti i teatri affrettano
La sospirata danza.
Tu pensierosa or dubiti,
Gemi, e non hai parole;
Poi ti dorrà che rapido
Turbi le veglie il Sole.