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ROMA | 79 |
visto, furono munificentissimi — egli fu il più fastoso e moltiplicò talmente il numero dei nuovi edifici, e innalzò sugli antichi tante statue, tanti gruppi e tante quadrighe, che, secondo Svetonio, sopra una di esse si lesse un giorno questo anonimo ammonimento: salis, basta! A noi non è permesso di giudicare esattamente la figura, alquanto nebulosa, di Domiziano, perchè, avendo acerbamente perseguitati i cristiani, la sua memoria è giunta a noi a traverso quel tanto che il loro rancore ha permesso. È certo però che emanò editti savissimi e dette leggi
palatino — avanzi della casa geloziana. (Fot. Alinari).
memorabili e fu severissimo nel frenare i magistrati nella città e i pretori nella provincia, tanto che — sono parole di Svetonio, giudice non certo sospetto — «non furono mai nè più onesti nè più giusti». Ultimo della gente Flavia, egli ebbe in sorte di condurre a fine gli edifici cominciati dai suoi predecessori, e questo fece con grande magnificenza e larghezza. La casa sul Palatino, fra le altre opere, doveva rimanere come esempio di sontuosità e — dopo il fasto della domus aurea neroniana — come il più meraviglioso palazzo che sorgesse in Roma.
Possiamo ancora intendere la bellezza di quell’edificio ammirandone le rovine. Oramai siamo lontani dalla elegante semplicità delle costruzioni augustane: l’indole