Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/124

Da Wikisource.
116 Azioni di Generali

Italiani spiccarono mirabilmente nell’allontanare dal precipizio, in cui stava per traccollare l’Austriaca grandezza. Al Generale Milander, non ostante i varj falli commessi nell’anno trascorso, fu continuato il Comando dell’Esercito Cesareo, molto debilitato dalla mal consigliata escursione nel Paese d’Assia. A’ Svezzesi comandava il Conte d’Urangel, che durante tuttavia l’inverno uscì in Campagna, ed obbligò i Cesarei a lasciare anch’essi i quartieri, ne’ quali eransi adagiati, per ristorarsi da’ mali sofferti nell’impresa già detta.

Il Maresciallo di Turena Capo de’ Francesi passò il Reno a Magonza, e andò a congiungersi cogli Svezzesi. Uniti campeggiarono per più mesi, ora in una Provincia, ora in altra, minacciando però sempre d’invadere la Baviera. Presero alcune Città meno forti. Nel Maggio poi s’accostarono al Danubio tra Ulma, e Donavert. Dall’altra parte del fiume a mezza strada tra Lavingen, ed Augusta dimorava il Milander coll’Esercito Imperiale, ma così trascurato, e disattento, che nemmeno sapeva la vicinanza, a cui erano giunti i nemici. Teneva l’Esercito diviso in più quartieri, ed alcuni per più miglia distanti dagli altri. L’Urangel, il Chinismarc, il Turena con tre mila Cavalli passarono il Danubio, ad indagare lo stato de’ Cesarei. Distaccarono una partita per osservare più da vicino la loro contenenza. Gli Uffiziali di quel corpo riportarono, che nel Campo Austriaco si viveva senza temenza di nulla: che la Cavalleria tutta era, o alla pastura, o al foraggio. Soggiunsero, che nè meno avevano incontrati battitori di strade, i quali si fossero avveduti di loro. Incontanente i tre Generali determinarono, di spedire al proprio Esercito ordini, di valicare la notte il Danubio, e allo spuntare del giorno ritrovarsi con loro. Essi in tanto si tennero cheti, e nascosi in sito coperto. A due ore del giorno seguente le due armate Svezzese, e Francese, venute di qua dal Danubio, furono in istato di aggredire. Era precorsa qualche voce al Campo del Milander, che gli Svezzesi fossero per assalire.

Ma non vi fu prestata fede. Al primo all’arme i Generali Montecuccoli, e Pompei, che si trovarono più prossimi, con tutta sollecitudine raccolsero alcuni reggimenti, e bravamente sostennero il primo impeto. Ma essi erano pochi al bisogno. Avvisarono il Milander dello Stato in cui si trovavano. In tanto collocarono in un bosco alquanta infanteria, e al favore d’essa caricando i mille Cavalli o Francesi, o Svezzesi, che in ciò non s’accordano gli Istorici, li respinsero più volte adietro. In questo mentre andavano recedendo vero il loro Campo più grosso. Sopraggiunse il Milander con due mila Moschettieri, qualche Squadrone a Cavallo, e alcuni pezzi d’artiglieria, co’ quali arrestò gli assalitori. Il Montecuccoli, ed altri Generali consigliavano, che si proseguisse a dar addietro, e si occupassero i siti eminenti, e le rive de’ piccoli fiumi, che si andavano incontrando, finchè si fossero uniti tutti i quartieri più discosti. Ma il Milander volle combattere a piè fermo con quel-