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e di Soldati Italiani. 5

e gli applausi soliti tributarsi agli Eroi d’armi, e spezialmente nelle guerre contra gli Ottomani, a trionfare de’ quali sembra, che gl’Italiani possedano singolari talenti, e si facciano conoscere assai perspicaci nell’antivedere i disegni nemici, assai intrepidi nel non lasciarsi atterrire dalla spaventosa loro moltitudine, assai industriosi nell’inventare stratagemmi, col benefizio de’ quali il minor numero opprime lo stuolo maggiore, assai cauti nel non arrischiare le battaglie senza fondamento grande di vincerle, assai vigilanti nel non lasciarsi sorprendere.

Con questi gran talenti, e fruttuosissimi artifizj gli Scipioni, i Pompei, ed altri antichi Romani, ed Italiani con mediocri armate debellarono grandissimi eserciti de’ Barbari, e negli ultimi secoli il Montecuccoli, il Caprara, il Piccolomini, il Veterani, il Principe Eugenio, ed altri Nobili Italiani acquistarono gran nome, e furono cagione di nobilissime Vittorie, riportate contro agl’Infedeli.

Quanto qui si espone, tutto sarà ricavato da Storici accreditati, appoggiando il racconto unicamente alla loro Testimonianza, che si contrassegna al piede di ciascheduna pagina con carattere diverso. Molto di più avrebbe potuto aggiungersi, se l’età cadente, e la sanità fiacca dell’Autore non gli avesse impedito il trascorrere in altre Città, per visitare librerie copiose, e per ricavarvi quelle notizie, che non ha potuto rinvenire, ove dimora. Può sperarsi, che altro soggetto, più fresco d’anni, e più vigoroso di mente, e di forze, viaggiando ove sono erette Biblioteche abbondanti, si prenda a cuore, il farvi nuove aggiunte, desiderate, ma non potute conseguirsi da chi scrive.

Nel secolo decimo settimo, di cui si favella, riportò gli applausi di gran Capitano il Marchese Ambrogio Spinola Genovese; ma perchè le di lui geste vengono seguitamente, e minutamente descritte in due tomi latini dal P. Gallucci, di poi tradotti nell’Idioma comune, e perchè del medesimo ce ne dà un nobile elogio l’Eminentissimo Guido Bentivoglio nelle sue relazioni, si rimette il leggitore a quei libri, dalla lettura de’ quali sarà agevole il comprendere, quanto grande ornamento del secolo trascorso sia stato quell’Illustre Guerriero. Del Principe Tommaso di Savoja, fratello del Duca Vittorio Amadeo, esso pure Eccellente Generale, si ritrovano descritti da penna insigne, ed erudita i Campeggiamenti; Perciò, affine di non moltiplicare i racconti, s’invita ad erudirsi con quelle illustri memorie, chiunque brama di concepirne la meritevole estimazione. Lo stesso diremo di D. Andrea Cantelmo, ed altri, o Principi, o Cavallieri, le di cui vite, e campeggiamenti già descritti possono con facilità capitar nelle mani di chi bramasse leggervi le loro imprese, operate con gran consiglio, e con pari valore.

Anche da’ Veneti Istorici essendo state scritte relazioni diligentie, ben circostanziate delle belliche imprese, maneggiate da’ Comandanti di quell’Inclita Repubblica, sì in Mare, come in Dalmazia, e nel Le-