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6 Azioni di Generali

vante pel corso del secolo medesimo, potranno informarsene colà quelli, che desiderano d’essere istruiti del gran cuore, generosità, e fortezza, con cui que’ Nobili Patrizj si segnalarono contra gli Ottomani.

Dalle guerre d’Alemagna, suscitate sotto pretesto di Religione nel 1619 darà principio l’Opera presente. A sostenere in quelle Provincie la Chiesa Cattolica, minacciata d’esterminio da Settarj armati, concorsero a gara da più Città d’Italia Cavalieri in gran numero, per servire negli eserciti Austriaci. Avevano praticato un zelo consimile nel secolo antecedente, col prendere partito sotto le bandiere Pontificie di Paolo terzo in rinforzo dell’Armata di Carlo quinto Cesare, ben cinquecento Nobili Venturieri, oltre a’ Generali, e agli Uffiziali minori, che presiedevano al governo di dodici mila Fanti, ed ottocento Cavalli di nostre genti, fiore di milizia, benissimo in ordine, pieni di coraggio, e di condotta, di cui diedero esperimenti pari a quello di altre nazioni combattendo in Alemagna contra i Luterani, superiori di numero comandati da Gio: Federico Elettore Sassone, e da Filippo Langravio d’Hassia; ora pure a’ stipendj di Filippo terzo Re di Spagna, e di Cosmo II Gran Duca di Toscana accorsero in Germania Cavalieri in quantità, spiccatisi da’ nostri Paesi, per sostenere sul capo di Ferdinando secondo Imperatore il Diadema Cesareo, vacillante per gli sforzi di molti Principi Eretici, postisi in arme a mira d’abbatterlo.

L’Eresia di Lutero cent’anni prima aveva divisa l’Alemagna in varie sette miscredenti, e rotta quella ferma unione d’animi, e di affetti, co’ quali l’Imperio Germanico in avanti florido per la pietà, disciplina, governo ben regolato, ed uniforme nella medesima credenza Cattolica,, si rendeva potentissimo, e formidabile. Dalla discordia degl’intelletti si passò agli odj, e alle avversioni scambievoli delle volontà. La nuova setta di Lutero, confederatasi coll’altra di Calvino, macchinò d’opprimere colle prepotenze i professori immobili nell’antica fede. E questi concertarono Alleanza anche con Principi stranieri, per ripararsi dalle loro usurpazioni. Finalmente nell’anno notato di sopra scoppiò un incendio furibondo di guerra, che prima acceso da’ proprj Nazionali, poi corroborato da’ Principi confinanti, non potette estinguersi, se non dopo d’aver divorate le sostanze di que’ popoli per lo spazio di circa trent’anni. Ciò accadde nelle occasioni, che seguono. Stante la rinunzia dell’Imperio, che verso la metà del secolo decimo sesto fece Carlo V Austriaco, sottentrò in quella dominazione il Fratello Ferdinando I, indi morto lui il figlio Massimiliano II, poi successivamente due nati da quest’ultimo, cioè Rodolfo, e Mattias Cesari. Nè i due Augusti Monarchi, nè i tre loro Fratelli Alberto, Ernesto, Massimiliano lasciarono prole maschile, che continuasse la loro discendenza. Quindi col consenso de’ superstiti si convenne, nel trasportare l’intiero Dominio degli Stati Patrimoniali in un loro Cugino, generato dall’Arciduca Carlo, figlio del primo Ferdinando, il quale poi si disse Ferdi-