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e di Soldati Italiani. 7

nando Secondo Imperatore. Col maneggio, e colle negoziazioni si ottenne dagli Stati di far eleggere questi nel 1617 Re di Boemia, vivente ancora Mattias. In Praga a’ 29 di Giugno ricevette la Corona Reale con applauso universale per le sue eminenti virtù.

Ne’ Paesi Austriaci i falsi dogmi di varj Eresiarchi, insegnando dottrine accomodate alle nostre pessime inclinazioni, e permettendo libertà strane di vivere col discioglimento delle Leggi Ecclesiastiche, avevano sovvertita, oltre la gente minuta, quantità grande di Nobiltà, che suol essere il nervo, sù cui si sostentano i Principati. L’infezione maggiore era nelle Provincie di là dal Danubio. Nè i Cesari antecedenti avevano potuto opporre alla dilatazione delle false sette quegli argini, che la loro pietà avrebbe desiderato di alzarvi, per impedirne il trabboccamento; Poichè trovandosi essi frequentemente in guerra cogli Ottomani, che col numero sterminato de’ loro eserciti andavano ingojando or l’una, or l’altra parte della vicina Ungheria; perciò abbisognavano di spesso congregare gli Stati di quelle Provincie, per chiedere loro sussidj di denaro, e di gente, da contrapporre eserciti di qualche nervo agli Infedeli. In tali radunanze gli Eretici insolentivano di peggio, come fa la moltitudine raccolta, e intimorivano i Dominanti, fino ad estorcere privilegi sempre peggiori, ed ampliazione di franchigie per le loro sette. Tanto più che si vedevano sostenuti dagli Elettori, e da’ Principi della contigua Germania, seguaci, e promotori delle eresie o di Lutero, o di Calvino.

Quella connivenza, che conseguirono sotto i precedenti Imperatori, cominciarono a temere i Nobili della Boemia, e delle Regioni circonvicine, che non sarebbe loro permessa dal nuovo Re Ferdinando; poichè avevano osservato nel medesimo insigne pietà, esecrazione grande a qualunque errore, e zelo ardente della Fede Ortodossa, non solo nella maniera del di lui vivere assai Religioso, ma ancora nella reggenza di quelle Città, le quali fin all’ora aveva governate. Da queste sue maniere savie, ma efficaci aveva allontanati i ministri Luterani, e surrogati i Monisteri di fervorosi Claustrali, che coll’ottimo esempio, co’ cathechismi, colle predicazioni, e con altre industrie saggie avevano ricuperata alla credenza Cattolica moltitudine di Nobili, e di minuta plebe. Aveva ancora erette Università di Maestri, e di Dottori, che instruissero la gioventù non meno nelle sacre dottrine, che negli esercizj divoti. Aveva stipendiate Cattedre di controversie, nelle quali si confutassero gli errori de’ Novatori, e si propugnassero le dottrine dell’antica Chiesa. I Convertiti, ed i Costanti nella Fede Romana godevano più frequenti le dignità, e più liberali le grazie di Ferdinando. Per queste industrie le Provincie di lui patrimoniali si rallegravano, d’essere restituite al governo dell’antica Religione. Tali maniere di operare misero in sospetto i Boemi, che il novello loro Re avrebbe praticate consimili attenzioni, ed arti, per ristabilire nelle loro Pro-