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162 Azioni di Generali

se s’avvicinava per dar battaglia. Il Caracena, lasciato un Corpo di varie Nazioni all’oppugnazione incominciata, s’inoltrò per combattere. Eranvi nel di lui Campo alcuni squadroni di Cavalleria Alemanna con alla testa il Principe Alessandro Farnese, Pronipote del Grand’Alessandro, e Fratello di Ranucio Duca di Parma. Egli volle seco D. Marzio Origlia sopradetto, intendentissimo dalla Milizia equestre. Col di lui consiglio dispose saggiamente le schiere della Cavalleria Alemanna, e nella battaglia, che poi seguì, lo tenne seco avanti le prime file, nelle quali amendue combattendo insieme con sommo valore, sbaragliarono più volte la Cavalleria nemica.

Il Caracena, senza informarsi del numero superiore de’ nemici, senza far conto de’ siti vantaggiosi occupati da loro, senza osservare l’ordinanza ottima, con cui il Conte di Scomberg aveva distribuiti i suoi Portoghesi, Francesi, Inglesi, risolse d’assalire il nemico con forze inferiori, e con due soli Cannoni. Ordinò al Principe di Parma, che attaccasse con la Cavalleria Alemanna. Il Principe urtò con tanta bravura per fronte, e per fianco in un battaglione, talché lo tagliò quasi tutto a pezzi.

Combattette contro Cavalleria, Fanteria, e Cannoni. Ruppe, e pose in confusione le due prime linee nemiche a Cavallo. Ma perché gli Avversarj erano in numero superiore, e i secondi, e i terzi succedevano a’ primi, vi perdette molta gente. Altro Generale Spagnuolo col corpo più grosso di Cavalleria in numero di quattro mila doveva sottentrare al conflitto. Ma questi non volle muoversi, benché dovesse, e potesse farlo senza pericolo. Il Principe di Parma più volte mandò a dirgli, che l’ajutasse, e venisse a combattere. Ciò non ostante quegli neppur volle far un passo, rispondendo, che aveva ordine di star fermo. Il Caracena da un’altura, vedendo questa disubbidienza, comandò diverse volte, che soccorresse i Tedeschi. Ma quel Comandante ricusò sempre di farlo. Il Principe Alessandro, vedendosi abbandonato, e in pericolo d’esser preso in mezzo da più schiere ostili, riunì le sue truppe stanche, e ruinate dopo sei ore di conflitto. Si ritirò passo a passo. Da Capitano intelligente si tenne sempre sù i siti opportuni al suo bisogno. Fece di nuovo testa a’ Portoghesi; e col residuo de’ suoi, che avevano combattuto con eccessivo valore, si ridusse in salvo. Non così il Generale della Cavalleria Spagnuola. Accortisi i Portoghesi della di lui disubbidienza, si spinsero gagliardamente contro le di lui truppe. Niuno si oppose loro; e senza aspettare un colpo, tutti cominciarono a correre, senza più voltar faccia sino a Garummena piazza di loro dominio. Nel travalicare un grandissimo fosso quel Generale, ed altri Uffiziali, tra’ quali il Tenente Generale, sorpresi da’ Vincitori, rimasero miseramente prigionieri.

Militava nella Fanteria Cattolica il Conte Gio. Belgioioso, Cavalier Milanese al comando d’un reggimento di sua Nazione1. Con que-

  1. C. Gualdo. Vite di Personaggi Illustri. V. Belgioioso.