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e di Soldati Italiani. 163

sto investì il primo battaglione nemico, postato al coperto d’una Cassina, da cui si scagliò addosso con grand’ardimento. Occupò il posto, e il Cannone, che lo difendeva. Investito per fianco da due battaglioni avversarj, e abbandonato dalla Cavalleria Spagnuola, rimase prigione. Il Capitano Paolo Manzano lo disimpegnò dalle mani d’un Colonnello Portoghese, che ammazzò, e lo ripose a Cavallo. Il Conte Belgiojoso riunì le sue genti, scacciò l’inimico dal posto, lo mantenne combattendo sin all’ultimo, indi ritirossi a salvamento. Anche D. Fabrizio de’ Rossi in tutti il tempo del fatto d’armi fu in continuo moto, adempiendo tutte le parti di prudente Generale, ed intrepido Guerriero. Con tre battaglioni ne urtò nove nemici del corno diritto, guadagnando una Casa forte, e rompendo due squadroni avversarj. Nel meglio della zuffa due battaglioni di nazione straniera al soldo di Spagna per avventura nuove leve, si avvilirono, e gettarono le armi dandosi vinti. Erano a lato di D. Fabrizio. Questi veduto il fianco della propria Fanteria scoperto, la riunì, e retrocedendo, senza però mai volger le spalle, ne ritirò buona parte in Garumegna, lodato grandemente dal Caracena, e da D. Gio. d’Austria, per la maestria, valore, e sforzi, co’ quali mise in salvo que’ pedoni.

A rendere poderosa la guerra contra del Portogallo, e a rimettere gli eserciti disfatti, furono spogliati l’Italia, e i Paesi Bassi Cattolici delle Milizie migliori, e condotte in Ispagna. Colà poi, essendo periti in gran parte nelle rotte patite, si trovò la Monarchia Spagnuola destituta quasi affatto di forze militari, e col Portogallo tuttavia nemico, e colla Francia assalitrice nella Fiandra, sprovveduta di difenditori contra grossissima armata del Re Cristianissimo. Per tanto l’Imperatore Leopoldo, esaminando lo stato di quell’affare, non giudicò sana prudenza l’interessarsi in guerra, e lo spinger colà le proprie truppe, quantunque fosse pressato da fervidissime istanze della Regina sua Sorella, e dalla commiserazione verso il piccolo Fanciullo, e suo Nipote Carlo secondo Re Cattolico.

L’impegno di ostare a’ progressi del Re Luigi, che Cesare non volle addossarsi, fu abbracciato dagli Ollandesi, i quali a tal fine maneggiarono co’ due Re d’Inghilterra, e di Svezia l’Alleanza, detta dipoi la triplice Lega. Tendeva questa, a conservare gli Spagnuoli in Fiandra nel possesso di quelle Città, e Provincie, che ancora rimanevano in loro dominio. Questo fu il primo passo, ch’Essi fecero contra la Francia. Per altro dacchè si sottrassero dall’ubbidienza di Filippo Secondo Re Cattolico sino a questo tempo, gli Ollandesi erano stati unitissimi di animi, d’interessi, e di confederazione co’ Re Francesi. Ma quando nel seicento sessantasette videro il Re Cristianissimo, fare progressi così vasti nella Fiandra, e nella Franca Contea, temettero la perdita totale di tutta la Fiandra Spagnuola, e paventarono la prossimità formidabile delle armi Francesi, che sempre più s’augumen-