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e di Soldati Italiani. 167

lento, e più irresoluto a determinarsi fu l’Imperator Leopoldo. Il di lui primo Ministro v’era contrarissimo: né avrebbe voluto, che Cesare assumesse verun impegno. Grandi ragioni adduceva a favor suo, ed erano: La forza della Francia, capace di rovesciarsi sopra l’Imperio, e rinnovarvi calamità, non solo eguali a quelle, che gli aveva cagionate prima della pace di Munster, ma più gravi assai, per essere cresciuta in possanza molto maggiore. Adduceva le confederazioni di essa Francia coll’Inghilterra, e colla Svezia. L’avere il Re Luigi favorevoli nell’Alemagna, oltre i due Prelati sopradetti, l’Elettor Bavaro, e il Duca di Hannover, che si temevano fussero di già suoi Alleati; Certamente erano regalati dalla Francia con copioso denaro, col quale sostenevano, e potevano augumentare i loro eserciti. Quanto agli altri Principi di Alemagna, una parte era intimidita dalla prossimità delle armi Francesi, l’altra parte sconsigliava, che Cesare si frammischiasse negl’interessi degli Spagnuoli, e degli Ollandesi. I rimanenti sembravano irresoluti, né mostravano veruna propensione a secondare le mosse di Leopoldo. Il solo Elettore di Brandeburg instava alla gagliarda, perché il di lui esercito fosse augumentato da buon numero di schiere Cesaree. Ma questo Principe, stato sin ad ora assai vario nelle sue leghe, non assicurava la di lui stabilità negl’impegni presi, sicché v’era da paventare, che alla fine i maggiori mali ricadessero sù i Stati Cesarei.

Queste ed altre ragioni metteva avanti il primo Ministro della Corte, per ritirare l’Imperatore dalla mossa delle di lui soldatesche, e da verun impegno coll’Ollanda. All’opposto la Sorella Regina di Spagna colla voce dell’Ambasciatore Marchese de Los Balbases premeva in contrario. Rappresentava, come gli Ollandesi avevano conservato alla Casa d’Austria quanto a lei era rimasto nella Fiandra. Al presente non si poteva negar loro il contraccambio coll’assisterli a mantenere il loro: e con tale benefizio obbligarli ad un vicendevole ajuto in circostanze consimili. Giacché quelle Provincie non volevano servire alla Spagna come Vassalle, almeno le giovassero come confederate. Se esse venivano abbandonate, e lasciate alla discrezione de’ due Re guerreggianti, come potevano poi conservarsi i Paesi bassi Spagnuoli, che al minimo urto della Francia sarebbero caduti nelle di lei mani, e aumentata la di lei possanza. In qual modo poi difendere l’Italia, anzi l’Imperio medesimo. Se ora gli Ollandesi volevano la pace, erano tali, e tante le pretensioni sfoderate da i due Re contra essi Ollandesi, che non potevano soddisfarle, se non col votare i tesori delle loro provincie, e col sguernirle delle più forti piazze di loro dominazione. Se que’ Stati erano costretti con tanto esborso di denaro, e con la cessione di tante Fortezze, quante venivano loro chieste per riavere la quiete, si sarebbero perduti affatto di coraggio; onde più non avrebbero osato di confederarsi a sollevamento di verun Poten-