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e di Soldati Italiani. 169

no le notizie. Alcuni vogliono, che al Commendatore di Gremonville Inviato di Francia, il quale esclamava alto assai contro a quella spedizione, Leopoldo si lasciava uscire qualche parola, la quale indicasse, come per questo anno non avrebbe commessa ostilità contra il di lui Signore. Altri pretendono, che Cesare mirasse, a far coraggio agli Ollandesi, ed insieme determinasse i due Re, a diminuire le alte dimande, sicché con poco discapito potessero essi Ollandesi ricomprare la pace. Deducono tutto ciò dall’osservare, che Cesare mandò soldatesche in numero minore assai di quello, che avrebbe potuto spedire. Laddove inviandone quasi al doppio, come poi fece l’anno futuro, questi colla unione alle Brandeburghesi sormontando i quaranta mila uomini, non avrebbono trovato ostacolo, e potevano certamente soccorrere affatto gli Ollandesi.

Sembra indubitato, che il primo Ministro della Corte di Vienna desse ordini risoluti al Montecuccoli, che non venisse a battaglia1. Mostrasse faccia di guerra, ma non la facesse. Si compiacessero gli Spagnuoli, e i Brandeburghesi con qualche apparenza; ma la sostanza stesse soda di non romperla affatto col Re Luigi. In oltre aggiungesse lo stesso primo Ministro, che tale era la volontà dell’Augusto Signore. Uscì voce al pubblico, la quale sparse, come l’esercito Cesareo era destinato a difendere l’Imperio, e i di lui confini, giacché le armate Francesi erano entrate negli Stati di più Principi Alemanni, e avevano collocati presidj in varie Piazze loro. Da Egra si mosse il Montecuccoli a traverso la Turingia. In Alberstat tenne consiglio coll’Elettore, e col Duca di Lorena. Il primo propose di passare il Veser, ed entrare nella Vestfalia. Ciò non poteva eseguirsi senza combattere, il che doveva sfuggirsi. Per tanto il Montecuccoli rimostrò, esser meglio, andarsene al Reno verso i confini della Francia, per tirare a quella parte le milizie Regie, e divertirle da nuove conquiste in Ollanda. Approvato il parere, per due strade si venne nel paese di Treviri, e fu chiesto il passo del Reno, e della Mosella a quell’Elettore. Questi lo negò col dire ch’erasi impegnato nella neutralità. Anche l’altro di Magonza, per non esser costretto a darlo, ruppe il suo ponte. Amendue suggerirono due siti facili al tragitto, cioè a Nidersaein, dove il corso delle acque è assai ristretto, oppure dove il Fiume Nero si scarica nel Reno.

Non istettero oziosi i Generali Francesi. Comprarono a prezzo alto, e pronto, quante barche si trovarono sul Reno, per averle in loro balia. Il Governatore di Brisac spiccate quattro barche incendiarie, di notte attaccò fuoco al ponte di Argentina, e lo bruciò, perché non servisse a’ Nemici.

Il Maresciallo di Turena era stato incaricato dal Cristianissimo d’invigilare alle mosse de’ Cesarei, e coprire principalmen-

  1. P. Vagner Istoria suddetta pag. 302, lin. 13.