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180 Azioni di Generali

Soldatesche, e congiungerle agli altri, ch’erano più abbasso, procrastinò tanto malamente, sicchè alcuni, come il Reggimento Porzia, rimasero tagliati fuori, e fatti prigioni. Quelli però, ch’eransi radunati, combatterono vigorosamente in più incontri. Ma succedendo nuova Cavalleria Francese, e caricando con grand’impeto, gli Alemanni dopo ulteriore resistenza di più ore tra Turchein, e Colmar s’incamminarono la notte verso Sulestat. Quivi fatta consulta, e presi tre giorni di riposo deliberarono di ripassare il Reno, giacchè mancavano i viveri, e l’esercito Francese prevaleva nella copia de’ Cavalli. Imbarcarono gli ammalati, l’artiglieria, il bagaglio, e si ridussero sotto le mura d’Argentina; per il ponte della quale trapassarono il fiume. La perdita maggiore fu de’ prigioni in più migliaia per la negligenza del Borneville, in avvisarli a tempo, e dar loro ordini opportuni, del dove rimettersi in salvo, come avrebbero potuto facilmente col favore de’ fiumicelli, che spartiscono l’Alsazia. Un esclamo universale si alzò contra quel Generale, come incapace di comandare.

L’Elettore di Brandeburg parlò, e scrisse con più veemenza, e disprezzo contra del medesimo; perchè gli avesse impedito l’esecuzione de’ disegni da lui meditati saviamente a’ danni de’ Francesi. I Generali Caprara, e Dunevald, i quali in più Campagne, e singolarmente in questa avevano dal canto loro operato con egregia condotta, e distinto valore, ricusarono di più militare sotto di lui. Il Re di Spagna, di cui era nato suddito, lo chiamò a comandare in Ispagna. Il Visconte di Turena, richiamato a Parigi, fu ricevuto per tutte le Città, ove passava, con istrepitosi applausi, e dal Monarca con grandi dimostrazioni di stima, e di affetto.

1675.

L

’Infelice condotta de’ Generali Cesarei nel dirigere gli eserciti, confidati loro l’anno trascorso, persuase l’Imperatore, ad appoggiare nel General Montecuccoli il governo di quella armata, che doveva militare al Reno superiore in faccia al Maresciallo di Turena. Il Montecuccoli era mal concio di sanità. Provava tutti gl’incomodi della vecchiaja, illanguidito, ed oppresso da flussioni, le quali non gli permettevano sciolto l’uso di sua Persona a scorrere qua, e là, informarsi, osservare di presenza, visitare, regolare cogli occhi suoi le faccende militari: dare gli ordini sul campo a misura degli accidenti, che si presentassero sotto i suoi sguardi. A cagione di questi acciachi doveva prevalersi delle altrui relazioni sovente fallaci con pericolo di andar errato. Perciò versava in necessità di camminar troppo cauto, ed impotente a prendere risoluzioni animose1. All’opposto il Ture-´

  1. Vita suddetta del Turena Tomo 2 pag. 315 e 316.