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e di Soldati Italiani. 183

propizia al Turena volle, ch’esso medesimo il giorno antecedente si avvicinasse al Plessis con quattro mila Fanti, con i Dragoni, e con altre squadre di Cavalleria. Distaccò poi una partita, per rilevare notizie. Questa all’alba s’incontrò nel Principe di Lorena, che la rovesciò, e dietro ad essa pose in disordine altre truppe del Marchese di Vaubrun, che costrinse a ritirarsi ferito, con perdita di gente. Allora il Turena fece avanzare la fanteria con gagliardi spari di fucili. Il Principe di Lorena, intesa da’ prigioni la quantità di gente, capitata colà con Cannoni, e colla persona medesima del Turena, non progredì più oltre. In questa fazione il Principe perdette pochi de’ suoi. Bensì uccise, o imprigionò da cinquecento Francesi. Il Caprara, non udito il segnale concertato, ritornò ad Offemburg.

Il Montecuccoli, sollecito di mantenere le sue Milizie in sito abbondante di foraggio, giacchè nel luogo, dove accampava, tutto era consumato, si accinse a trasportarle nel Marchesato di Baden, Paese sin allora quasi totalmente intatto. Il disegno era di collocarsi in un poste, ove le montagne si avvicinavano al Reno, e la pianura di mezzo può facilmente chiudersi con trincee ristrette, e custodirsi con poca gente. Quivi sono le terre di Bihel, e di Stolofen, quelle medesime, ove a’ tre del corrente secolo il Principe di Baden vi alzò le famose linee, così dette di Bihel, e di Stolofen, rese insuperabili finchè esso fu colà. Il Montecuccoli chiamò a sè il Caprara colle di lui genti. Nel mentre poi ch’Esso andava recedendo a Bihel, vide comparirgli in faccia il Turena. Allora con estrema diligenza, e prestezza ritornò avanti contra di lui. Occupò il terreno più vantaggioso nelle vicinanze di Acheren, e di Saspac. Introdusse speditamente guarnigione rinforzata nella Chiesa di esso Saspac, attorniata da fossi, posto rilevante, e molto a proposito. Lo munì così bene, onde il Turena non giudicò conveniente l’espugnarlo subito a viva forza. V’appoggiò alcuni reggimenti per sostenerlo, e tutta l’armata schierò prontamente in ordine di battaglia. Piantò sù un Colle gagliarda batteria, e ne lasciò il governo al Principe di Baden. Nel tempo medesimo comparve il General Caprara co’ suoi, che immantinente distese dietro le siepi, ed alberi lungo un fiumicello assai profondo, che li separava da’ Francesi. Il Turena salito sù altra eminenza a visitare la batteria nemica, col disegno di stabilirne dirimpetto un’altra, fu colto da palla Tedesca spiccata a caso, la quale troncò un braccio del Signor di Sant’Ilario, con cui favellava, e percosse lo stesso Turena nel petto, levandogli la vita a’ 27 di Luglio. Chi de’ Francesi scrive, che lo gettasse da Cavallo, e chi vuole che il colpo, avendo perduta la forza nello spiccare il braccio al S. Ilario, percuotesse il di lui petto, e lo facesse traboccare d’avanti sull’arcione della sella.

Il Montecuccoli, preintesa la deplorabile disgrazia dell’estinto Maresciallo, perchè era non meno Cavaliere di spirito grande, che Gene-