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e di Soldati Italiani. 191

rito, e galante nel tratto, ben conosciuto, ed accetto a lui, quando esso governò Zatmar1, e che doveva riuscirgli ancora più gradito per le condizioni favorevoli, che gli recava a nome dell’Imperatore. Dopo breve esortazione, diretta a riconciliarlo con Cesare, soggiunse il Saponara: Signore, io non voglio raggirarvi con parole. Da parte del mio Padrone io vi presento un favore, che certamente vi sarà carissimo, perché da voi sommamente desiderato. Ripigliò allora il Techeli. E quale sarà mai questo? Soggiunse il Saponara. L’Augusto Signore vi accorda la facoltà di sposare la Principessa Ragozzi; purché licenciate le milizie, v’accomodiate a quanto fu deliberato nell’ultima Dieta. Adoperatevi ancora, perché il Gran Sultano prolunghi la tregua ad altri venti anni. Vedete quanto il mio Signore si comprometta da Voi, mentre si prevale dell’opera vostra in affare di somma rilevanza. Il Techeli, giubilante per tale facoltà, promise tutto. Si finse disposto a tutto. Esaltò la Clemenza del buon Leopoldo. Confessò il fallo suo gravissimo. Ma aggiunse: Io mi trovo talmente impegnato co’ Turchi, che appena posso ritirare il piede. Abbisogna però, che Cesare allunghi il tempo dell’armistizio, nel quale mi porterò a Buda, e impiegherò tutta la possanza con quanto ho di grazia, per conchiudere altri venti anni di tregua col Gran Signore.

Celebrate con sontuosissima pompa le nozze, il Techeli passò a Buda, ricevuto a grandi onori dal Bassà Comandante. Alla presenza degli Ufficiali primarj di quel Presidio esso esibì tributaria tutta l’Ungheria Austriaca al Turco. All’obblazione fecero applauso gl’Infedeli. Il Bassà s’impegnò a sostenere l’elezione d’Esso Techeli in nuovo Principe, se gli Ungheri volevano costituirlo tale. Aggiunse come erano in pronto venti mila de’ suoi, da unirsi ad altrettanti ribelli. Si rompesse la tregua, e si cacciassero prestamente da Cassovia, e da altre fortezze le guarnigioni Alemanne. Ritornato a Montgatz il Techeli, introdusse in tutte le piazze della Ragozzi Governatori di sua fazione. S’impadronì delle ricchezze della famiglia Ragozzi, molte delle quali trasmise a Costantinopoli in regalo al Gran Visir, e alle Sultane favorite, col mezzo delle quali piegò alle sue inchieste la volontà del Gran Signore. Accrebbe le proprie truppe. Sparse un libello sedizioso, con cui intimò alla Nobiltà, e al popolo il soggettarsi sotto di lui. Spinse da pertutto scorrerie di Turchi, e di Tartari. Ingrossato da sei mila de’ primi, espugnò Cassovia, e quasi tutte le piazze dell’Ungheria superiore. Il Bassà di Varadino dopo durissimo contrasto prese Filek, e lo atterrò. Il General Caprara erasi ritirato infermo a Vienna. Lo Staremberg, succedutogli nel comando, mancava di forze sufficienti, da resistere a tanti nemici. Il Techeli, convocata in Cassovia la radunanza de’ deputati, eletti dal paese, caduto in di lui potere, ottenne di farsi

  1. P. Vagner Istoria suddetta to. I pag. 571.