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194 Azioni di Generali

pò certo sito, sù cui il Lesle stabilì subito una batteria di Cannoni. Al favore d’essa, che fulminava gagliardamente il Parella co’ Venturieri, ed altri Capitani co’ Granatieri respinsero i nimici sino a Nusdorf. Il cacciarli poi da quella terra, e da’ Casamenti prossimi, come anco dalle sponde de’ fiumicelli, e da’ ripari, costrutti sull’eminenze, costò gran fatica, e non poco sangue; poichè colà v’era il fiore della Milizia Turchesca, coperto da muraglie, e da altre difese consimili. Con tutto ciò gli Alemanni combatterono con tanta forza, e vigore, che sloggiarono da que’ contorni gli Infedeli. Il General Mercì trascorse tanto avanti, che versò in pericolo di rimanervi ucciso, per essergli stato ferito, e caduto addosso il Cavallo. Ma accorsovi il Marchese Parella co’ suoi lo disimpegnò dal Cavallo, e lo sottrasse dalle sciable ostili. Un corpo di Spay si lanciò sul fianco della sinistra Cristiana. Accortosene il Duca di Lorena si spiccò loro addosso con tre Squadroni di Corazze, comandate dal Conte Cauriani, Piccolomini, e d’Arco, i quali gl’investirono con sommo ardore, onde gli sbaragliarono affatto. Eranvi due altre ritirate da espugnare; l’una nel Villaggio d’Elinstat, e l’altra in certa altura più avanti, sù cui si fermava il fiore de’ Gianizzeri, e i Capitani loro più esperimentati. Questi dopo una robustissima resistenza furono tagliati a pezzi.

Sul mezzo giorno il Re di Polonia era uscito da un bosco, e doveva sormontare un’eminenza, munita con parapetto, e con grosso stuolo di nemici. Più volte assalì; nè potette per il vigoroso ostacolo degl’Infedeli guadagnare terreno; finchè il Generale Dunevald con mille tra Corazze, e Dragoni Austriaci non ebbe urtato di fianco coloro, che difendevano quell’altura. Entrato poi il Re in pianura ben ampia, e dilatata sulla fronte la di lui Cavalleria Polacca, si spinse con impetuosa bravura addosso alla Turchesca. Alquanti squadroni penetrarono con soverchia audacia troppo addentro il mezzo degli Ottomani, e furono in cimento d’esser attorniati e distrutti dagl’Infedeli. Il Re Giovanni, osservato il pericolo, esclamò, che s’avanzasse frettolosa la Fanteria Alemanna. Il Conte di Valdec promosse sollecito alcuni battaglioni Bavari, e il Generale Rabatta altre Compagnie Cesaree. Tutti aggredirono con feroce arditezza, con cui non solo rovesciarono que’ Monsulmani, ma s’impossessarono d’alta eminenza con i Cannoni collocativi sopra. Da tutte le parti oppressi, o dissipati i Gianizzeri, e gli Spay, alle cinque dopo mezzo giorno il Duca di Lorena ebbe l’accesso nel Campo assediante. Più tardi, perchè con giro più lungo, vi giunse il Re di Polonia. La notte, che sopraggiunse coprì la fuga del Gran Visir, e de’ suoi.

L’allegrezze, che concepì il mondo Cristiano all’annunzio di questa Vittoria,, possono dirsi inesplicabili. Le acclamazioni, e le benedizioni, tributate al Re Giovanni Sobieschi, furono le più universali, le più affettuose, e le più infiammate, che possano uscire da cuori umani.