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218 Azioni di Generali

la fuga, lasciando in abbandono i Cavalli voti, dodici stendardi, e altre spoglie. La sera medesima il Principe di Baden accostò al ponte del fiume tutto l’esercito. Di là s’alzava una foltissima selva, in cui il Generale Staremberg, ed altri Ufficiali avevano collocati alcuni battaglioni, i quali assaliti da tre mila Gianizzeri, versavano in pericolo di dover perdere il posto per il violento attacco nemico; quando furono opportunamente soccorsi dal Conte Solari, il quale cacciati i Barbari, eresse un trinceramento, con cui assicurava il possesso del bosco. Il Baden, ristorate le milizie con breve sonno, e col cibo, venne avanti l’aurora: tragittò il fiume con tutto l’esercito: Appoggiò il lato destro alla Morava, e il sinistro al bosco, e quivi introdusse la Cavalleria, come in aguato. Propizia una densa nebbia coprì le mosse, e le disposizioni degl’Imperiali. Svanita questa, le due armate furono a veduta. I Turchi sul principio si persuasero di aver a fronte la sola Fanteria, e però a più caldo, ed impetuoso furore pugnarono con Cannoni, e colla Moschetteria. Fecero impeto contro i Cavalli di Frisia, per atterrarli, ed entrare colla Cavalleria de’ Spay ne’ pedoni Cristiani. Due ore durò il fuoco violentissimo; allorchè dal Bosco uscì il Generale Castelli alla testa de’ Dragoni. Collo strepito raddoppiato delle trombe, e de’ timpani, ostentò numero maggiore di truppe. Ingannati i Barbari diedero addietro, e cederono tanto di sito, in cui la Cavalleria Tedesca ebbe agio di ben ischierarsi. Da Cristiano, fuggito dal Campo nemico, e venuto a rendersi intese il Baden, che di là da altra selva alcuni mila Gianizzeri lavoravano gagliardamente dietro a gran fosso, per ultimare certo trinceramento, da loro incominciato. Avvicinatosi il Baden colà, fu salutato da salva terribile di palle, che uccise quattro Capitani, e molti gregarj. Allora presentò gli Squadroni de’ Corazzieri; e colla comparsa d’essi talmente spaventò que’ Barbari, che gli pose tutti in fuga. Nel Campo, lasciato da coloro, raccolse preda opulenta di grano, orzo, vettovaglie, giumenti, Cannoni, e di ogn’altro genere di roba, con la preda delle quali ristorò assai bene, e arricchì i proprj Soldati. Tutto era stato abbandonato dagl’Infedeli. Giacchè la sorte favorevole continuava, il Principe volle prevalersene, col tentare un terzo combattimento sopra de’ Monsulmani. Il Cielo col mantenersi sereno, prosperò il viaggio a Nissa. Sotto quella Piazza il Serachiero aveva radunate le truppe disperse, ed accresciute per nuove milizie capitate da Costantinopoli. Alloggiava in un posto quasi innaccessibile tra il fiume Nissava, ed un monte di mediocre altezza. Con ripari ben intesi aveva assicurato la fronte del proprio esercito. Il Baden, avvicinatosi ad un miglio, gettò un ponte sulla Nissava. Ricavò da’ prigioni, che l’accampamento Turchesco era aperto di dietro. Il monte però, che copriva un loro fianco, si poteva girare attorno per certa angusta valle, e sù quella venire alle spalle de’ Turchi. Per la valle medesima s’insi-