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e di Soldati Italiani. 39

si de’ loro più attalentati Personaggi ne’ grandi affari sì di pace, come di guerra.

Era ritornato d’Italia il Conte Galasso con grande soddisfazione di Cesare, da cui ben presto fu sollevato a maggior dignità. Ito in Boemia, conservò fedele la Città di Pilsen, che vacillava, e cacciò i nemici da tutti i luoghi circonvicini fino a Praga. Poco dopo il Duca Valstain gli conferì la prima dignità nell’esercito dopo la sua persona. Con lui consigliava le deliberazioni più importanti. Il Galasso raccolse molte soldatesche disperse. A proprie spese fece nuove levate di gente, e si apparecchiò con le truppe ad accrescer il campo di suo comando, e a tener dietro al Valstain.

In Racconitz tra Praga, e Pilsen diede il Valstain la rassegna all’esercito. A’ quattro Maggio circondò Praga, ed ordinò a Galasso, di attaccare la Città piccola. Questi, battute le mura dalla parte del monte di S. Lorenzo, e fattavi larga breccia se ne impadronì. L’altre Città, vecchia, e nuova si composero: Premeva al Valstain, e questa fu sempre la massima delle sue attenzioni, il ricuperare l’Elettor Sassone; Perciò sollecitollo alla pace con grandi offerte, e con copiose ragioni. L’elettor Bavaro venne a congiungersi con lui poco lungi da Egra. Deliberarono di assalire il Re Gustavo, accampato sotto Norimberga, ed ivi trincieratosi. Speravano di consumarlo colla fame prima che questi ricevesse altri corpi di soldatesche, che aveva chiamate in tutta fretta di suo rinforzo. Il disegno non sortì esito felice; perchè la Città di Norimberga somministrò per ogni bisogno viveri, e foraggio a quel Monarca. Giunsero finalmente al Re Gustavo le soldatesche aspettate, e lo resero superiore di truppe. Perlochè uscì egli alla larga, e s’accinse a superare i Cesarei accampati tra’ buoni ripari. Aveva meditato di occupare l’erto d’un Colle, che signoreggiava gli alloggiamenti de’ Cattolici, e da quell’altezza batterli furiosamente. Ma il Galasso Generale accorto, e vigilante, osservato il vantaggio di quell’eminenza, marciò prima con due reggimenti, e vi si fortificò gagliardamente. Allora il Re si voltò contra de’ Bavari. Il primo ad opporvisi fu D. Mario Carafa Napolitano, che resistendo con gran fermezza, ricevete un colpo nel fiancho, per cui morì la notte seguente. Accorsero alla difesa i Soldati Cesarei del Cronemburg, che fecero le parti loro generosamente. Ma soprafatti dalla moltitudine degli Svezzesi, retrocedevano. Quando giunse in rinforzo D. Annibale Gonzaga, che sostenne gli amici, e ributtò gli assalitori. Nello stesso tempo uscì fuori dall’altra parte il Priore Aldobrandino Cavalier Romano, che urtando con gran impeto i Regj, di primo lancio guadagnò uno stendardo. Ma proseguendo a combattere, ed uccisogli sotto il Cavallo, fu fatto prigione, e poi ricuperato ben presto dal Cavalier Magalotto Toscano, avanzatosi con altri Cavalli del Valstain in di lui soccorso. La battaglia durò per trenta ore, nella quale il Re rimetteva gente fresca, a tener