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40 Azioni di Generali

vivo l’assalto, sempre però ributtato. Vi perdette tre mila soldati morti senza i feriti, e i prigioni. Il Re, veduta inutile la sua dimora a quella parte, decampò altrove ad ulteriori conquiste.

Vedendo il Valstain l’esercito suo in gran patimenti per mancanza di viveri, e di foraggio, levò anch’egli il Campo, e separatosi dal Duca Bavaro, s’incamminò verso la Sassonia, per facilitarsi ad ogni occorrenza l’unione col Galasso, e coll’Holta altri Generali. Nel viaggio fu raggiunto dal Papenhaim, venuto in diligenza per trovarsi alla battaglia, che si credeva prossima. Il Galasso, accampato con alcuni mila uomini sotto Freiburg lontano dodici leghe1, non giunse a tempo; poichè prima che arrivasse il Re di Svezia, affrettò il combattimento. Il Valstain, non riputandolo così imminente, distaccò da sè il Papenhaim con alcuni mila uomini delle migliori bande, e gli diede ordine, che quando l’avesse richiamato, allora accelerasse il ritorno. Con questa separazione l’esercito Austriaco rimase notabilmente inferiore allo Svezzese. Lo era di artiglieria, non contando che ventun pezzi, quando ne vedeva disposti dal nemico contra di lui ben trentaquattro. Lo era di soldatesche, e massime di Cavalleria. E qui pure si commise l’errore medesimo di condurre al cimento la Cavalleria Ussara, che facilmente rovesciata, suole tirar seco in fuga qualche parte d’altra Cavalleria. Anche il Valstain per incomodo di podagra non era in istato di maneggiarsi con velocità, nè di accorrere celermente per tutto, affine di osservare, ed invigilare da per tutto alle occorrenze, che potevano succedere col dar ordini pronti al bisogno. Sopra tutto penava a raggirarsi a cavallo per l’incomodo sopradetto. Conoscendosi tra tanti disavvantaggi, proccurò di supplire in qualche modo, con occupar siti di miglior difesa. Schierò l’armata dietro a due fossi scavati di qua, e di là dalla strada, che tira verso Lipsia, e in essi appiattò alquanti pedoni. Occupò un’altura dominante la Campagna con sopra Casa, ed alcuni Molini. Quivi collocò quattordici pezzi, e ne diede la custodia ad alcuni battaglioni sotto gli ordini del Marchese Grana Piemontese. Gli altri sette pezzi collocò nel centro d’avanti la Fanteria. La notte fece scavare tanto di riparo a coprire i pedoni, quanto gli permise la scarsezza del tempo. Avvisò il Papenhaim, che cavalcasse con fretta di ritorno, per esser in tempo di rinforzarlo nel conflitto. Ma questi non ebbe agio da giungervi, se non verso il fine, e colle sole squadre a Cavallo. Il Valstain elesse il posto di mezzo, e con lui il Principe Mattia de’ Medici, Rinaldo, e Borso d’Este, venuti ad assistere alle urgenze di Casa d’Austria.

All’opposto il Re Gustavo distese sulla sua diritta i Cavalli Svezzesi, intramezzati da cinque maniche di scelti moschettieri, ed avanti

  1. C. Gualdo, Vita di Ferdinando III pag. 407.