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42 Azioni di Generali

ronino, tutti Colonnelli Italiani. D. Ottavio non solo aveva ripulsati i più bravi squadroni Filandesi, Goti, Imalandi, Svezzesi, ma dopo averne atterrati molti, i quali prima vollero morire, che abbandonare il loro posto, aveva riportati diciotto Stendardi1, Gustavo, inteso il danno de’ suoi più valorosi, rissalì a Cavallo, e di galoppo s’avanzò a quel lato, per rimettere, e rincorare i suoi. Erasi cavata la corazza, non potendo sopportare a lungo quel peso, nè l’incomodo, che a lui davano sotto tal peso alcune vecchie cicatrici. Con brusche parole rimproverò Gustavo le schiere, che avevano ceduto, e conducendole alla carica egli medesimo, si spinse tra’ colpi nemici2. Quivi fu colpito nel braccio sinistro da palla, che trascorse più oltre fino a fermarsegli nel fianco. Non ostante che uscisse il sangue dalla ferita, superando coll’animo il dolore, s’avanzò di nuovo, dov’era più dubbiosa la pugna, finchè sentendosi venir meno, disse al Duca Francesco Alberto di Sassen Lavemburg, a lui prossimo: Toglietemi da questo luogo, perchè son ferito a morte. Il Duca con alcuni altri lo ajutò alla meglio, per ritirarlo in sicuro.

Ma ritrovandosi ivi prossime alcune compagnie del Piccolomini, dirette dal Conte Ricciardo Avogadro, e dal Martellini amendue Italiani, queste fecero una nuova scarica, e lo colsero nelle reni, gettandolo morto da cavallo, e costringendo il Duca a salvarsi altrove. Con lui rimasero morti due Scudieri, che gli stavano a’ fianchi3. Giacque l’estinto Monarca sul suolo, intriso nel proprio sangue. I soldati del Piccolomini, senza conoscerlo, lo spogliarono di tutto fuorchè della camicia; Anzi lo percossero con tre altri colpi, due di spada, ed uno di pistola nel capo. Recata la infausta nuova al Vaimar, giurò questi di voler vincere, o morire. Riuniti alcuni battaglioni, esclamò: Chi ama la memoria del Re, mi segua. Continuò con furore accesissimo la battaglia. Essendo numeroso di truppe, fece girare alquante squadre dietro a’ Molini. Queste presero in fianco la Cavalleria destra degli Ungheri. Coll’urto gagliardo le scompigliarono, e dissiparono. Il disordine tirò seco altri reggimenti di Corazze Tedesche; e da questa parte fu, dove gl’Imperiali rilevarono la maggior perdita. Meglio l’intese il Piccolomini. Ordinò agli Ussari del suo corno sinistro, che girassero alla larga, rompessero le guardie del bagaglio, e corressero a bottinarlo. Così fecero gli Ussari. Colle sciable sbaragliarono alcune schiere, che se gli opposero, e trascorrendo verso il bagaglio, tentarono di predarlo; E già alcuni vi stendevano la mano; quando altre bande Svezzesi gli affrontarono, e gli costrinsero ad abbandonare le speranze del bottino.

Comandava a tutta la Fanteria Cattolica il Cavalier di Malta´

  1. C. Gualdo Vita, e azioni di Personaggi illustri. V. Piccolomini.
  2. Nani Istoria Veneta pag. 275 tomo I.
  3. Lo stesso Nani pag. 275 to. I