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e di Soldati Italiani. 57

Cavalleria per le strade più piane traversò il Ducato di Dueponti: passò la Sara: entrò nella Lorena. Più volte venne alle mani co’ Francesi; e questi, quantunque macerati dalla inedia, pugnassero con gran risoluzione, e bravura sino a disfare un corpo di alcuni cento Ungheri. Ciò non ostante il Galasso cagionò loro tanta perdita di gente per malattie, per sottrazione di vitto, per sorpresa di milizie sbandate, e per la diserzione, che quella ritirata uguagliò una rotta1. Da essa ne ricavarono gl’Imperiali grandissimi utili di Piazze, Territorj, polveri in copia, artiglierie, munizioni da guerra, e di quant’altro avevano dovuto abbandonare i nemici. Applicò subito il Galasso a nuovi acquisti considerabilissimi. In pochi mesi costrinse alla resa, coll’opera del Conte di Dona, Magonza affamata dalla Carestia. In oltre Franchental fortezza robustissima, Haidelberga Capitale del Palatinato, Confluenza all’unione della Mosella, e del Reno, dove formò il blocco della Cittadella opposta d’Ermenstain. Rimise il Magontino nel possesso delle di lui Città, e Principato.

Introdusse le truppe Spagnuole in parecchi luoghi del Palatinato, e in altre Città i Presidj del Duca di Baviera. La Campagna presente, e l’altra dell’anno scorso furono gloriosissime al General Galasso, maneggiate da lui con ottimo consiglio, sagacissime industrie, attentissima vigilanza, e prode attività. Con queste si può dire, che raffermasse nella Casa d’Austria la Corona Imperiale; poichè avendo liberati quasi affatto tre Elettorati da’ presidj nemici, allontanati gli Eserciti Francesi, e Vaimaresi da’ fiumi Necaro, Meno, e Reno; ma quello che più rileva ristabilito, ed assicurato nella di lui Capitale l’Elettor di Magonza, fu cagione che questi per gratitudine a Cesare nell’anno prossimo raccogliesse in Ratisbona la Dieta degli Elettori, e promovesse l’elezione di Ferdinando terzo Re d’Ungheria in Re de’ Romani. Il Re di Spagna per servigi di tanta rilevanza, prestati all’Austriaca famiglia, e per altro, che verrà dopo, con lettere sue benignissime ringraziò il Galasso, e gli conferì un feudo valutato sessanta mila Ungheri nel Regno di Napoli con promessa d’altre mercedi più abbondanti in avvenire.

La Francia mitigò le afflizioni del Duca di Vaimar per le disgrazie occorse. Strinse alleanza ferma con lui2, accordandogli annualmente un milione, e cinquecento mila franchi per il di lui decoroso sostentamento, e quattro milioni d’altri franchi per lo stipendio delle milizie dipendenti da i di lui voleri3, che dovevano ascendere a dodici mila Fanti, e sei mila Cavalli, artiglieria conveniente. Lasciava in preda a lui l’Alsazia Austriaca con ispeziale promessa, che alla pace quella Provincia rimarrebbe in di lui padronanza. Ingagliardito da pecunia cotanto copiosa, il Vaimar rimise potentemente la propria Ar-

  1. Nani Istoria Veneta parte prima pag. 302.
  2. Lo stesso pag. 303.
  3. Vita del Visconte di Turena tomo primo pag. 42.