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CAT — 179 — CAT

il muro che comunica colla doccia e manda giù l’acqua: cannoncini.

Catuseddu. s. m. dim. di catusu: doccia. || In pl. V. curriuneddi.

Catusu. s. m. Strumento di terra cotta o altro per fare scorrere le acque: doccione, cannelle (Fanf. Casa Fior.). || – mastru è il maggior dei doccioni: cannone. Met. L’intestino retto. || Per sim. tutto ciò che eccede in lunghezza e mal proporzionato in larghezza.

Càuci. V. quacina.

Caucïari. v. intr. Trar calci: scalciare, scalcheggiare. P. pass. cauciatu: scalciato, scalcheggiato (A. V. ital. calciare).

Caucïata. s. f. Lo scalciare: scalciata (Non è nei vocabolarii ma V. participiu).

Cauciaturi –tura. verb. Chi o che tira calci: calciatore –trice. || add. Calcitroso.

Caucina. V. quacina.

Caucinaru. V. quacinaru. || V. cauciaturi: calcitroso.

Caucinazzu. V. quacinazzu.

Caucisi. V. quacisi.

Càuciu. s. m. Percossa col piede: calcio. || tirari o jittari un paru di cauci: trar calci, sparar calci. || dari un cauciu, met. respingere o discacciare con isdegno: dar un calcio. Vale pure rispondere con ingratitudine. || jittari cauci, met. repugnar ad ubbidire: calcitrare. Dicesi anche di persona infingevole che a quando a quando offenda allorchè meno si aspetta. || pigghiari c’un cauciu ’nta lu mussu: dar un calcio nel muso. || appizzari, allintari, lassari jiri cu un cauciu: appiccicare, allentare, lasciar andare un calcio. || Prov. cauciu di jimenta non fici mali a lu stadduni: calcio di stallone non fa male alla cavalla. || pigghiari a cauci ’n culu: pigliar a calci nel sedere o nel culo. Met. Dar brusco commiato ad uno. || a cauci, modo avv.: a calci.

Càuda. s. f. Dicesi l’infocare che si fa del ferro nelle fucine per poterlo operare: calda. || dari ’na cauda ad unu, met. ingiuriarlo, morderlo con parole: dar una rammanzina. || Burlare.

Caudana. (Caruso) s. f. Quell’improvviso scaldarsi del sangue che sale anco al volto: caldana.

Caudara. V. quadara, e derivati.

Caudararu. V. quadararu.

Caudarata. V. quadarata.

Caudariari. v. a. Spargere il ranno sulle biancherie già bagnate e allogate.

Caudiari. V. quariari, e derivati.

Caudiceddu. s. m. Caldo lieve: calduccio, caldicciuolo. || add. Alquanto caldo: caldetto, calduccio.

Caudizza. V. caldizza.

Càudu e Càuru. s. m. Il senso o l’effetto del calore: caldo. || Veemenza attuale d’una passione: caldo. || essiri ’n caudu, venir in lussuria, andar in amore, detto degli animali: essere o venir in caldo. || mettiri ’n caudu, metter una cosa a scaldare. || nun sentiri nè caudu ne friddu, non aver interesse alcuno, non premergli una cosa: non avere nè caldo nè freddo. || teniri caudu, dicesi di vestito che mantiene caldo il corpo: tener caldo.

Càudu e Càuru. add. Che ha calore: caldo. || Met. Che ha il vigore ed il brio: caldo. || Violentemente commosso, incitato, fervoroso: caldo. || Messo in ardenza: caldo, accaldato. || Pronto, d’animo ardente: volenteroso. || Iracondo: caldo. || Veemente: caldo. || a sangu caudu, al momento della ferita o percossa; e per sim. al momento dopo di qualunque cosa: a sangue caldo. || farila cauda, far una cosa subito subito: farla caldo caldo. || darinni una cauda e una fridda, darne delle buone e delle triste: darne una calda e una fredda. || manciari caudu e viviri friddu, accomodarsi alle vicende. || cu’ cauru dormi friddu mancia, per mangiare bisogna lavorare: chi non si cava il sonno non si cava la fame. || caudu caudu, in sul fatto caldo caldo. E anche fresco: caldo caldo (A. V. ital. caudo, Fazio degli Uberti). || – di pannu nun fici mai dannu, è bene sempre lo andar coperti: caldo di panno non fece mai danno.

Càudu. avv. Caldamente: caldo. || fu pigghiatu e caudu caudu ammazzatu: fu preso e caldo caldo ucciso.

Cauduliddu. V. caudiceddu.

Caudumaru. V. quadumaru.

Cudumi. V. quadumi.

Caudura. V. calura.

Cauliceddi e Cauliceddu. V. cavuliceddi e cavuliceddu.

Caulìna. V. cavulina.

Càulu. V. cavulu e derivati (A. V. ital. caulo, Buti).

Càuru. V. càudu.

Càusa. s. f. Lite in tribunale: causa. || Cagione, motivo, autore: causa. || Una metà del calzone V. causi. || Prov. cu’ è causa di lu so dannu chiancia sè stissu: chi è causa del suo mal pianga sè stesso. || a o pri causa, a cagione: a o per causa. || in causa propria ognunu si perturba, o ognunu si perdi in causa propria, l’interesse proprio acceca.

Causali. add. Che vale a esprimere la cagione per cui si parla: causale.

Causalmenti. avv. Con cagione, causa: causalmente.

Causanti. V. quasanti.

Causareddu e Cauzareddu. V. quasareddu.

Causari. v. a. Dar cagione: cagionare. || Per calzare. || Per ripizzari V. (Giornale La Sicilia). P. pass. causatu: cagionato. || Calzato.

Causaru. V. quasaru.

Causaruni. V. quasaruni.

Causaturi. V. quasaturi.

Causetta. V. quasetta.

Càusi. s. m. pl. Il vestito che copre le cosce e le gambe: calzone, calzoni. || – curti, brache (An. Cat.). || nun sapirisi affigghiari li causi, essere ragazzo o imperito: moccicone. || aviri o mittirisi li causi, detto di donna che abbia preso il sopravvento al marito: avere o mettersi i calzoni. || – causeddu V. cavu-cavuseddu. || causi di sutta o di tila: mutande, sotto-calzoni. || – cu la nnappa: calzoni a toppini o colla braca. || attaccarisi li causi, esser uomo. || va attàccati li causi si dice a bambino ardito che voglia far da uomo: va via bimbo. || nuddu nasci cu li causi attaccati: nessuno nasce maestro.

Causìdicu. s. m. Quegli che tratta, agita, o in