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CIL — 200 — CIP

nell’età di cinquant’anni circa. || T. fabb. Una misura convenzionale di chiodi.

Cinta. s. f. Circuito, cosa che cinge: cinta. || Fascia di panno, cuojo od altro che cinge intorno la vita: cinta, cìntola, cintura. || Luogo ove la cintura si cinge: cinta, cintura. || T. sart. Quella parte de’ pantaloni più alta che cinge il busto: serra, e meglio pl.: serre. || – di testa, per sim. quel dolore eccessivo di capo che par ch’una forza estranea stringa il cranio: cefalalgia, spranghetta. || T. arch. Superior termine della base della colonna: cinta, cembra. || T. fabb. Una natural divisione che si trova ne’ massi; onde acqua di cinta chiamiamo quella che sgorga da tali aperture. || Quel cerchio che osservasi talora intorno a’ pianeti: alone, cinto. || – di sita o cu li caduti, cintolo di seta, legato dietro o avanti con largo fiocco e co’ due capi cascanti lungo l’abito: fusciacca.

Cintèsimu. V. centesimu.

Cintigghiu. s. m. Cìntolo, cintiglio. E per lo più intendiamo quello prezioso, con gemme ecc.

Cintìmitru. s. m. Centesima parte del metro, nuova misura: centimetro.

Cintimularu. V. mulinaru. Ma propriamente è quegli addetto al mulino a bestia.

Cintìmulu. s. m. Macchina che serve a macinar grano e biade, ed è mossa da giumenti: mulino a bestia. || firriari lu cintimulu, fig. andar colla mente aggirandosi quasi d’intorno a un pensiero senza cogliervi: armeggiare. || Ora cintimulu per ischerzo dicon ai centesimi di lira.

Cintinaru. s. m. Somma che arriva a cento: centinajo. || a cintinara, posto avv., in gran copia: a centinaja.

Cintu. s. m. Parte media del corpo, ove si cinge con cintolo: cinto, cìntola.

Cìntula. s. f. Fascia di panno o cuojo che cinge intorno alla vita: cìntola, cintolo. || Prov. starisi cu li manu a la cintula, non volersi adoperar a nulla: tener le mani alla cintola. || largu o strittu in cintula: generoso o avaro, fig.

Cintura. s. f. Fascia di panno o cuojo che cinge la vita: cintura. || Lista di cuojo che portavan alcuni frati invece del cordiglio, e portasi da alcuni per devozione sotto le vesti: cintura.

Cinturatu. add. Que’ fedeli che son usi portare la cintura per devozione.

Cinturetta. V. aneddu.

Cinturinaru. s. m. Facitore di cinture, di corregge ecc.: correggiajo.

Cinturinata. s. f. Colpo di cinturino: centurinata (Mal.).

Cinturinu. s. m. dim. di cintura: cinturino. || Quello de’ militari che cinge loro la sciabola: cinturino.

Cinturittedda. s. f. dim. di cinturetta: anelletto, anellino.

Cinturittuni. s. m. accr. di cinturetta: anellone.

Cinturuni. s. m. Cintura dalla quale pendeva la spada: budriere. || Specie di tasca di cuojo ove si conservano danari o altro per portarli addosso: cìntolo.

Cinuzza. s. f. dim. e vezz. di cena: cenuzza, cenetta.

Ciò e Cciò. pron. Usasi in ambo i numeri e ríferito a cosa e a persona: ciò.

Ciocca. s. f. La gallina quando cova e fa i pulcini: chioccia. || Strumento per ripescar le secchie cadute ne’ pozzi: rampo, uncino, bugiarda. || la ciocca sapi scarpisari l’ova, chi è dell’arte sa ciò che fa. || V. in inchiri.

Ciòciu. Aggiunto ad uomo, sciatto, dappoco: ciofo.

Cioè e Ccioè. avv. Composto da ciò ed è, si usa per dichiarazione di parole precedenti: cioè. || – a diri: cioè a dire, cioè.

Cioffa e Cioffu. s. f. e m. Mucchietto di capelli o peli: ciocca (O dal Gr. κέπφος: cosa leggiera; o metatesi di fiocco. (Pasq.) Ma io credo sia la parola ciocca alterata).

Ciolazza. s. f. Per ischerno, donna ciarliera e sconsiderata: cicaluzza. Sarà il pegg. di ciolla o verrà da ciaula.

Ciolazziari. v. intr. Parlar troppo e vanamente: cicalare. || Girar di qua e di là all’impazzata: giravoltare, folleggiare.

Ciolla. s. f. Donna che opera inconsideratamente e che non ha cura di sè: cionna, scempiata, sciamannata, ciolla (Fanf. Voc. d. u. Tosc.) (Potrebbe venir dallo Sp. cholla: senno, così per ironia). || Spezie di cornacchia: tàccola. || – baciolla V. tarabballà. || Parola disonesta, membro.

Cioppa. s. f. Sorta di veste da lutto antica: cioppa V. ciucca.

Ciorari. V. ciarari.

Cioriari. V. ciariari.

Ciosa. V. ceusa.

Ciospa. s. f. Donna di piacere, ma illecita: mimetta, concubina, torcia.

Ciotta. V. accetta.

Ciòtula. s. f. Vasetto da bere, senza piede a somiglianza tra il piatto e la chicchera: ciòtola. || ciotuli, strumenti musicali: cròtalo.

Ciòviri. V. chioviri.

Ciovu. V. chiovu.

Cipareddu, Ciparellu o Zifareddu. s. m. T. bot. Pianta della classe delle grammee molto simile ai ciperi, co’ fiori in ispiga ritondata, e il di cui calice è una scaglia col dorso convesso, che cresce sul margine dell’acqua, fra le spighette barbate: scirpo. Cyperus rotundus vulgaris, Scirpus maritimus L.

Cìparu rotunnu. s. m. T. bot. Radice della grossezza di una nocciuola, bernoccoluta, striata: cipero rotondo del Levante. Cyperus orientalis major, Cyperus rotundus L. || – longu o cunzia odorata, radice lunga, sottile, tortuosa, genuculata con molti nodi della forma delle olive, con molte fibre capillari difficili a rompersi, nericcia al di fuori, bianchiccia dentro, sapore soave un po’ acre ed aromatico, e odore di nardo: cipero lungo odoroso. Cyperus odoratus, Cyperus officinarum, Cyperus longus L.

Cipettu. (Mal.) s. m. Vivanda di tonnina e cipolla (quasi si volesse dire: cibetto).

Cippi e Ccippi. s. m. pl. Strumento nel quale si serrano i piedi ai prigionieri, e sotto il paterno regime del bastone si mettevano anche ai ragazzi di seminario o simile per gastigo: ceppo. || – di vrazza, di gammi ecc., dicesi a dinotare una dimensione vantaggiosa, pienezza e forza di tai membri.

Cippiteddu. s. m. dim. di cippu: cepperello, ceppetto.