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FIN — 387 — FIN


|| finirila cu unu,romper seco ogni pratica: finirla con alcuno. || finiri, ass. aver suo fine, il suo effetto: finire. || a finiri, si dice di tutto ciò che finisce assottigliandosi, o sfumandosi. || e finiu, modo reciso di chiuder un discorso, e anche modo di mostrarsi già convinto: è finita, è bell’e finita. || cu’ beni cunsidera lu fini, ben finisci, chi ben pondera, ben si trova. || e finisci, modo prov. con cui si termina una minaccia o come formula conclusiva: e tutti lesti, p. e. si ddura, mi nni vaju, e finisci: se dura, me ne vo, e tutti lesti. || T. pitt. con cui esprimono che le loro opere son condotte ad ultimo lavoro: finire. P. pass. finutu: finito.

Finissimamenti. avv. sup. Finissimamente.

Finistraleddu. dim. di finistrali.

Finistrali. s. m. Muraglia bassa a fianco degli usci da bottega, che serve ad esporvi la roba; e forma come una finestra per dar lume dentro: davanzale.

Finistrazza. pegg. di finestra: finestraccia.

Finistredda. s. f. dim. di finestra: finestrina, e se più piccola: finestrino, finestrella, finestretta. || Per ischerzo, spacco nella biancheria o altro.

Finistrinu. dim. di finestra: finestrino (Rocca).

Finistruna. s. f. accr. di finestra: finestrone.

Finistrunata. s. f. Serie di terrazzini che continuano e girano una parete o più: ballatojo, verone.

Finistruneddu. dim. di finistruni: terrazzinetto, poggiuolino.

Finistruni. s. m. Finestra aperta fin al pavimento, con ringhiera fuori per affacciarvisi: terrazzino, poggiuolo. || E nell’uso si chiama la sola ringhiera o parapetto. Onde finistruni a pettu d’oca: ringhiera inginocchiata. (pl. finistruna).

Finitamenti. avv. Con finità: finitamente. || Con finitezza: finitamente.

Finitissimamenti. avv. sup. Finitissimamente.

Finitizza. s. f. Esecuzione perfetta, esatta: finitezza.

Finitu. s. m. Ciò che ha termine, fine: finito. || add. Compiuto con ogni perfezione: finito. Onde il sup. finitissimu: finitissimo.

Finitura. s. f. Finimento: finitura (che è V. A.), fine.

Finizza. s. f. Qualità di ciò che è fine, eccellente, ottimo nel suo genere: finezza. || Squisitezza di lavoro: finezza. || Accoglienza, cortesia, vezzi: finezza. || Favore, piacere: finezza.

Finnicca. Nella frase una finnicca: Un tantino, un pochino.

Finòcchiu. s. m. T. bot. Pianta nota, che meglio noi chiamiamo: finocchiu duci o di jardinu: finocchio. Anethum foeniculum L. || – di muntagna, è piccolo e nasce spontaneo pe’ monti, di buon sapore e acuto: finocchio comune o selvatico. Foeniculum dulce gusto acuto L. E per trasl.: villano, si dice per ingiuria. || – d’asinu o sarvaggiu fitenti, altra specie non buona però a mangiare. Foeniculum piperitum Lin. || – anitu, di cui le foglie son simili al finocchio, di odore forte e grato: aneto. Pastinaca anethum Spreng. || – marinu o erva di lu pitittu, nasce presso il mare: finocchio marino. || – marinu spinusu, pianta umbellifera di frutti irsuti, con foglie terminate da aguzze punte, e fiori bianchi: echinofora. Echinophora spinosa L. || – di porcu, erba la cui foglia si credeva scacciasse il dolor di denti: finocchio porcino. V. peucedanu. || – ’ngranatu, il seme del finocchio: finocchio. || finocchi! si dice per esclamazione, corbezzoli: finocchi! capperi! || nun jiri circannu finocchi di timpa, non cercar cose non comuni, inutili o disagiose o pericolose: non cercar altro pane che di grano.

Finòminu. V fenòmenu.

Finta. s. f. Finzione: finta. || fari finta, fingere, simulare: far finta, far le viste. || T. sart. Quella parte del vestito che fa finimento alle tasche: finta. || finti di capiddi, ricci o altro posticci, e alle volte tutta la chioma: capelliera, o se pochi: fintino. || In pl. quelle rivolte di panno sui petti o su altre parti della giubba, per lo più di color diverso o d’altra stoffa: mostre, mostreggiature (Gior. la Sicilia). || Per zimbellata (An. Cat.). || T. scherm. Un movimento finto: finta.

Fintamenti. avv. Con finzione, simulatamente: fintamente, infintamente.

Fintazzu. pegg. di finto, falso: fintaccio.

Fintiari. V. azzimmiddari.

Fintissimamenti. avv. sup. Fintissimamente.

Fintizza. s. f. S’usa in pl. Pezzetti di pelle che reggono il tomajo dove s’unisce al quartiere: lunette. V. fermi. || V. nell’ultimo § di finta; e al § 4. || Spranghette che servono ad assicurar le commessure delle casse, o que’ ferri a uncino fissi al muro da un capo e coll’uncino trattengono l’imposta che non chiuda o si muova: contrafforte (Biundi).

Fintizzu. add. Finto, non sincero, simulato: fittizio. || Dicesi di cosa o di rappresentazione al naturale: fittizio.

Fintu. add. Non vero: finto. || Detto di persona, o azione, falsa, simulata: finto. || Porta o finestra finta, non vera, dipinta per ornamento o per ordine: porta o finestra finta. || ciuri fintu: fiore finto, e così di seguito. Sup. fintissimu: fintissimo.

Finu. add. Sottile, minuto: fine. || Ottimo di qualità: fine. || Astuto, sagace: fino. || Valente, valoroso: fino. || Delicato, squisito: fino (Tigri, Canti pop. tosc,). || malu finu, detto per vezzo a ragazzetto: vezzosetto. Sup. finissimu: finissimo.

Finucchiaru. s. m. Chi vende finocchi. || add. Di terra che produce finocchi.

Finucchiastru. s. m. Il gambo del finocchio che tiene del legno.

Finucchiata. s. f. Vino dove sia stato infuso del finocchio o del seme di esso.

Finucchiazzu. pegg. di finocchio: finocchiaccio (credo d’uso).

Finucchieddu. dim. di finocchio: finocchietto, finocchino.

Finucchina. s. f. Pianterella di finocchio (Rocca).

Finucchineddu. dim. di finucchinu.

Finucchinu. s. m. Il primo germoglio che spunta dalla radice del finocchio: finocchino. || Pollone sottile di canna d’India che portasi come mazza: mazzettina, finocchino (a Firenze). || E per sim., persona magretta, esile: smingherlino.

Finuta. s. f. Fine: finita. || a la finuta, modo avv., alla fine: alla finita, al fin del giuoco.

Finutu. add. da finire: finito. || Rifinito, lasso,