Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/132

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E poichè m’è qui occorso di ricordare la venerata memoria di Carlo Milanesi, che mi onoro di avere avuto a maestro, reputo non inopportuno aggiungere che le lezioni di lui, dalle quali mi avverrà spesso di trarre delle citazioni, si conservano ora tra i manoscritti della Biblioteca comunale di Siena, legate in sette volumi distinti coi numeri xix, xxv-xxx Miscellanee Milanesi. Il tomo xix contiene le prolusioni edite ed inedite; il tomo xxv le lezioni di paleografia del primo corso (anno 1858); i tomi xxvi, xxvii, le lezioni stesse, totalmente rifuse, con aggiunta di nuove, per l’anno scolastico 1861-02; il tomo xxviii, le lezioni di diplomatica, che è la parte meno finita di tutto il corso; il tomo xxix, studi sulla lingua neolatina e sull’italiana, in appendice alle lezioni diplomatiche; il tomo xxx, ricordi e frammenti. Costituiscono tali lezioni un’opera insigne, frutto di laboriosi studi e di pazienti ed acute ricerche; la quale forse, per la sua mole, non potrà mai per intero veder la luce: ma ho stimato utile l’indicarla agli studiosi della patria erudizione, perchè ne possano trar profitto di notizie e d’insegnamento.

E ora torniamo al libro del Gloria. M’atterrò, nell’esaminarne le varie parti, alle distinzioni da lui poste: riserbandorai bensì, nel discorrere di ciascuna, di trattare l’argomento in quell’ordine che più mi sembri conveniente.


I.


Il primo carattere da esaminarsi è la scrittura. Sugli alfabeti poche parole sono da dirsi: l’autore nostro consente nella comune dottrina della derivazione degli alfabeti europei dal fenicio; e con opportuni riscontri dimostra come questo desse origine primamente al greco, e dal greco derivassero l’etrusco e il latine; (pag. 4). Nè più innanzi egli ha spinte le sue investigazioni: che veramente all’insegnamento pratico, ch’è il carattere precipuo delle sue lezioni, poco avrebbe giovato l’avventurarsi nelle sottili ricerche della derivazione primitiva della scrittura, e della trasformazione di quella per segni rappresentativi (detta anche ideografica o simbolica) nell’altra mirabilmente semplice delle lettere alfabetiche. Il