Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/185

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rassegna bibliografica 181

ne portava: «Sarà data una dichiarazione d’innocenza alla regina, madre del re, e in grazia sua di discolpa a quelli che l’hanno servita»; che equivaleva a una generale amnistia; e per gli altri articoli il re si assumeva di pagare i debiti fatti dagli insorti. Il 13 agosto, finalmente, giorno di giovedì, il figliuolo e la madre avevano ad incontrarsi con grandi onori. Partitasi la regina da Angers, il re l’aspettava sul cammino; il quale «vedendo approssimarsi la lettica di sua madre, smontò da cavallo, e a piedi andò ad abbracciarla. Le cerimonie furono brevi, ma affettuose; dopo le quali, il re s’inviò innanzi, e la regina poco dopo lo seguì, e in questa maniera giunsero al castello, ove il re, presa per mano la regina, la condusse nell’appartamento più bello, che era stato destinato per lui medesimo»1.

S’erano dunque rappacificati la madre e il figliuolo; e avevano così termine le feroci sentenze pronunziate durante l’allontanamento di lei dalla corte, la quale pure se ne era bandita o esiliata da sè. Uno storico in questi termini dà conto di una di quelle condanne: «Il Luynes, che avea già esiliato il Richelieu e il fratello di luì in Avignone, intercettava le lettere. Ond’è che inaspettatamente fu dato al Gran Consiglio l’incarico «di giudicare gli autori dei maneggi e delle fazioni aventi per iscopo il ritorno della regina madre, la liberazione del Condè, e la sovversione dello Stato». Il Barbin, il Persan, il Burnonville, e tre scrittori di libelli famosi erano inquisiti: due di questi scrittori furono arruotati e arsi in piazza di Grève, il terzo fu impiccato, poichè i giudici erano disposti a infierire a grado del potente con atroci supplizi, quando gli inquisiti erano persone di oscura estrazione. Il Burnonville fu anch’egli condannato a morte, ma non giustiziato; il Barbin scampò la condanna capitale per una voce sola, e fu sentenziato al bando: pena che venne aggravata dal re colla commutazione nel carcere perpetuo. Quanto al barone di Persan, fu esso esiliato soltanto dalla corte»2.

Altro soggetto che distinguesi per importanza nelle trattazioni durante la nunziatura in Francia del Bentivoglio, è

  1. Lettera 2432, del 13 agosto.
  2. Sismondi, Storia de’ Francesi, Parte VIII, cap. XIII.