Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/507

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l’interesse della scienza, del pubblica servizio e dei privati. Ma la Commissione aveva un altro quesito dinanzi: «Sarebbe utile la divisione degli archivi storici dagli amministrativi? Come potrebbe operarsi?» E volle prima rispondere a questo.

Dopo che la scienza storica è penetrata negli archivi, nom sarebbe facile il dire di qual documento ella possa far a mono. Il Balbo raccomanda ai giovani scrittori italiani di far le «statistiche od inventarii delle forze vive o morte della nazione» e all’«opera politica» vuole per fondamento le - «spiegazioni del passato-»1; il Guizot chiede alla Francia un - «inventario di tutte le dovizie paleografiche -»2; nè l’uno nè l’altro sanno far eccezioni, perchè in ogni angolo degli archivi trovano storia. E un Ministro del Regno d’Italia così parlava ai Ministri colleghi: - «Gli eruditi, nella variatissima condizione dei loro studi, trovano utile lo investigare così le vetuste pergamene, come i meno antichi carteggi diplomatici, 1 trattati internazionali, e gli estimi di un Comune, lo statuto municipale, e i capitoli di una compagnia; perchè dove uno non è attratto dall’importanza storica, s’appaga della lingua; e mentre uno indaga le ragioni che motivarono i grandi fatti nei documenti officiali, un altro desume dalle cifre di un obliato registro di dare ed avere le condizioni stesse d’uno Stato e d’un popolo -»3. E dall’altra parte, qual documento storico non può giovare all’amministrazione pubblica o agli interessi dei privati? Il Governo e il cittadino hanno bisogno della vecchia pergamena, e chiedono spesso al paleografo che gliela legga e trascriva. Parve quindi equivoca almeno la nomenclatura di storici e d’amministrativi parlando di archivi: e la Commissione preferì di chiamare antica la parte che il Governo può mettere a disposizione degli studiosi, moderna quella che lo Stato ha ragione di tener riservata. Nè sarebbe oggi difficile segnare un confine tra l’antico e il moderno; ma si è creduto che il Ministero fosse in ciò miglior giudice, e che nei vari archivi di Stato si potesse segnarlo in un modo diverso. Ma segnando questo confine, niente si separa; quindi al terzo quesito «Da qual Ministero devono dipendere gli archivi storici e amministrativi?», è già risposto col primo: unica dipendenza. Da qual Ministero?

La Commissione, Eccellenza, fu concorde in riconoscere, che tanto il Ministero dell’Interno quanto quello dell’Istruzione davano

  1. Balbo, Prefazione al Sommario della Storia d'Italia.
  2. Guizot, op. cit., Pièces historiqes, num. ix.
  3. Memoria del Ministro dell’Istruzione Pubblica al Consiglio dei ministri del 1860.