Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/509

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di stato 215

l’erario lo consentissero), la Commissione proporrebbe che le Soprintendenze in ogni capoluogo delle provincie, comprese nella loro circoscrizione, formassero questi depositi dove il Governo avrebbe le sue carte, la provincia i suoi interessi; e se anche il Comune vi volesse depositare il proprio archivio e quelli delle sue amministrazioni, le più cospicue città d’Italia avrebbero archivi come quelli di che le tre toscane ricordate van liete, perchè al molto decoro si unisce il vantaggio del pubblico. Nel riconcentrare è risparmio di spesa, e maggior agevolezza di ricerche, perchè pochi ufficiali servono molti archivi, e un archivio completa l’altro. D’altronde troppo sarebbe a volere uomini periti dovunque sono carte da conservare e da leggere; mentre non vi ha amministrazione che, prima o poi, non senta il bisogno ili uomini periti. Ond’è che la Commissione chiede al Governo di avere per raccomandato questo pensiero, e di tenerlo presente per quel tempo che meno gravi siano le condizioni economiche del Regno.

La Commissione non ha allettato neppure un momento il pensiero di levare gli archivi de’ Comuni dalla loro sede naturale per farne deposito nei provinciali. Oltre a voler conservata la salutare autonomia de’ Comuni, e rispettato il diritto di proprietà, ella vorrebbe trarre profitto dall’affezione che i cittadini portano alle memorie della terra natale. Giova sperare (e se ne hanno molti indizi) che in molti luoghi si trovi un uomo colto, il quale supplendo col buon volere al difetto di studi speciali, possa diventare conservatore degli archivi patrii, e rendersi ogni giorno più degno di tale ufficio; e così la storia particolare, unico fondamento di quella d’una nazione, potrà vantaggiarsi d’un ordinamento degli archivi municipali, fatto, per così dire, in famiglia. Nè gli studi s’avvantaggerebbero da un ordinamento diverso. È ormai indubitato che le carte per essere meglio intese vanno lette là dove furono scritte. La carta che illustra un monumento è resa più intelligibile dal monumento medesimo; i fatti narrati dove accaddero si fanno come visibili.

Vostra Eccellenza domandava alla Commissione: - «Come debbasi esercitare la vigilanza che allo Stato pare competere sulla conservazione degli archivi comunali-»; e la Commissione ha l’onore dì risponderle: Che il Governo deve, per mezzo delle prefetture, obbligare i Comuni a levare gli archivi dalle mani dell’ultimo impiegato (come ora sono pur troppo in molti luoghi); a separarne la parte antica da quella che serve all’amministrazione, e darla in custodia a persona colta, quando non si possa avere un archivista fornito di cognizioni speciali, inculcherà poi ai municipi il concentramento degli archivi sparsi, se non s’ha a dire dispersi, presso