Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/131

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rassegna bibliografica 127

continua tuttora a portar l’impronta ricevuta da lui, le istituzioni ecclesiastiche e della curia sono rimaste nel loro insieme quali da lui vennero ideate. Niun pontefice degli ultimi secoli ha lasciate traccie pari alle sue.

All’opera di cui si è fatto parola nella presente analisi, spetta il merito di aver posto sotto il vero e proprio aspetto il carattere di quest’uomo singolare, dimostrandone con prove nuove e sincere l’ingerenza nell’andamento delle cose del suo tempo. L’insigne storico alemanno, più di qualunque altro dell’epoca attuale benemerito della storia dei pontefici del decimosesto e decimosettimo secolo, qui, come spesso altrove, aveva indicata la retta via: ora i documenti dal barone Hùbner raccolti, dei quali abbiamo copiosa scelta nel secondo e terzo volume, e maggiormente quegli spagnuoli, sono venuti a convalidare viepiù, completandolo, il giudizio sopra Sisto quinto. Nell’esporre le condizioni1 interiori, amministrative ed altre, dello Stato romano, e nel qualificare l’indole e le tendenze religiose quanto letterarie dell’epoca, la quale tiene il mezzo tra il dominio delle idee riformatrici del tempo del Concilio Tridentino e i cambiamenti risultati dalla lunga lotta col protestantismo, l’opera lascia da desiderare. Non voglio stancare il lettore entrando nell’esame dei particolari e di questa parte e dell’altra spettante alle cose locali, e storiche e topografiche, particolari non esenti d’errori di vario genere, e di sviste sfuggite e alla diligenza dell’autore e a quella del correttore non sempre troppo attento. Non consiste in tali parti il pregio intrinseco del lavoro, bensì nel quadro che dal medesimo ci viene presentato delle relazioni politi-

  1. Credo non dover passare sotto silenzio la menzione delle misure prese da Sisto quinto riguardo agli Ebrei, contenuta in una cronaca gindea (Emek Habacha von R. Joseph ha Cohen übersetzt von M. Wiener, Lipsia 1858’, la quale contrapponendo a pag. 127 la mitezza, dimostrata da questo potefice ai seguaci dalla legge mosaica, alle severità di altri e segnatamente di P. Paolo IV, ne fa grandissimo elogio. Una petizione da presentarsi al papa riguardo alle sacre scritture e al Talmuld non ebbe luogo, non essendo rimaste d’accordo le comunità giudee con tale intento riunite a Padova. L’autore della sopraccitata cronaca, di famiglia spagnuola ma nato in Avignone, esercitò la medicina nel Monferrato, dove morì verso il 1575, dimodochè quel che spetta a Sisto quinto proviene da un continuatore anonimo.