Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/282

Da Wikisource.
278 rassegna bibliografica

«mostrarono sempre restii al governo di re Carlo»1; altri moti di ribellione manifestavansi in più parti del regno; e la flotta pisana li fomentava, facendo scorrerie lungo le coste, sotto la condotta di Federigo Lancia, dei Capece, dell’infante Federigo di Castiglia e di altri valorosi partigiani di casa sveva. Su questi fatti pubblica il signor Del Giudice vari documenti: tra i quali panni degno di speciale menzione un esame de nominibus proditorum domini nostri regis Karoli (fatto negli ultimi del 1268, dopo il supplizio di Corradino) dove si narrano i fatti avvenuti in Ischia nell’agosto 126S, quando vi sbarcarono i ghibellini della flotta pisana (II, 54). Racconta uno dei testimoni, esaminati, che a bordo delle galee nemiche erano il conte Enrichetto, Federigo Lancia, Riccardo Filangeri, Marino Capece, ed altri «traditori del re»; i quali, coi loro seguaci, scesero a terra, gridando le lodi di Corradino, e poichè non ebbero veruna risposta dagli uomini di quell’isola alzarono le forche sulla spiaggia, per appendercene alcuni: onde i terrazzani, spaventati, quando quei delle galere gridarono nuovamente laudem Corradino, risposero amen, comecchè ritenessero in cuore (per quanto afferma il testimone) la fede di re Carlo. E allora l’università di detta terra ricevette il vessillo di Corradino e lo pose sulle mura: ma appena le galere pisane si allontanarono, gettò giù quel segno di ribellione, e tornò all’ubbidienza del re. Altre consimili inquisizioni si contengono nel documento 56 del voi. II, e nelle annotazioni apposte al medesimo; e se ne ricavano notizie curiose sopra fatti di ribellione avvenuti in vari luoghi del regno all’avvicinarsi di Corradino. Riccardo di Rebursa barone d’Aversa fa ribellare questa città. Il conte Corrado di Caserta, figliuolo del fu Riccardo, si dichiara capitano di Terra di Lavoro in nome di Corradino. In Nola i ribelli, capitanati da Marino Capece, gridano: Quicumque non vult dominationem regis Corradini, moriatur. Palma è fatta insorgere da Guglielmo barone di Palma, e i ribelli entrativi

  1. Così nota Del Giudice, a pag. 304 del I volume. Il documento, a cui pi riferisce questa nota, è una lettera del re del 22 marzo 1267, che dà in custodia Iacopo di Gandelmo, giustiziere di Capitanata, dodici de Sarracenis civitatis Lucerie servis nostris, quos universitas eiusdem civitatis excellentie nostre nuper dedit in obsides (1, 108).