Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/306

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302 rassegna bibliografica

familiarmente parlando si fanno. Ma poi Virgilio, che pare Syracosio tudere versu, anzi fare un bisticcio, soggiungendo Saevus Amor docuit nutorum Sanguine matrem Commaculare manus. Crudelis tu quoque, mater! Crudelis mater magis, An puer improbus Ille? Improbus ille puer, crudelis tu quoque, mater; viene, come altrove io notavo, a discernere con equità di coscienza quello che negli atti dell’anima umana attenua, e quello che aggrava la colpa, cioè l’impeto della passione, e la elezione della libera volontà, che potrebbe volendo alla passione più impetuosa resistere.

Se fosse chiaro nell’uso moderno il frugare nel senso che Dante l’usa d’un tormentato dall’ardor della sete La rigida Giustizia che mi fruga, e altrove Virtù così per nemica si fuga Da tutti come biscia, o per sventura Del luogo, o per miiì uso che li fruga; questo corrisponderebbe a qualche modo in radice al greco verbo composto; e potrebbesi dire: Che mi fruga, e la smania all’osso addentra; e il suono e il senso di smania l’ultimo verbo greco altresì renderebbe. Ma, perchè non sarebbe reso insieme il concento del verso intero; e perchè non mi dispiacerebbe serbare il singolare di poppa, come i Toscani dicono dar la poppa, e qui torna meglio che il virgiliano admorunt ubera tigres; e perchè gioverebbe serbare anche l’altro singolare greco, ch’è nel Petrarca Qual torna a casa e qual s’annida in selva; però, a voler esprimere il mio concetto, per modo di dire proporrei a un dipresso: Ora conosco Amor, terribil Dio, Che la poppa succiò di leonessa, Ed in foresta lo allevò la madre: E’ mi distrugge, e all’osso il duolo addentra. Preporrei, com’Ella fa, l’epiteto al dio, acciocchè questa potenza grave risalti di più; e coli’ intendimento medesimo direi dio piuttosto che nume. Non vorrei ch’egli stesso penetri e s’insinui in fondo all’osso; ma il verbo che ha radice comune col nome di freccia, fa piuttosto pensare che la forza sua di lontano s’avventi e s’interni così. Nè mi spiacerebbe che leonessa rimanga alla fine del verso, come in Teocrito; e Mallevare mi par più vivo qui di nutrire, più comune ai parti umani e degli altri animali. Io poi credo (e mi pare lo senta anche Lei) che una delle meno osservate parti nella fedeltà del tradurre poeti, sia di concludere al possibile il verso là dove