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rassegna bibliografica | 301 |
né occaso mai seppe né orto, Né d’altra nebbia,, die di colpa, velo. Ma dicendo l’amore coll’articolo, noi più non ce lo figureremo persona viva, sibbene una passione o un affetto.
Grave Dio, non sarebbe a noi chiaro, così da sé: crudele ha con chiarezza efficacia; ma non è senza efficacia molesto se intendasi più nel senso datogli dai latini che nel nostro moderno. Certo ei succhiò le poppe Di lionessa . mi piace più, le confesso, di Il qual succhiò di leonessa il latte. Mi piacerebbe E tra le selve lo nutria la madre più che e la sua madre in selve Nudrillo. Ma l’articolo, per più fedeltà potevasi risparmiare, come il Pagnini fa, e com’Ella risparmia il pronome inutile.
Ei m’arde e sugge insino all’osso, è di valida brevità; ma non ha la pienezza del verso siciliano, e la soavità nel vigore. Nella larghezza è più fedele il suo che non paia Che lentamente mi consuma, e dentro L’ossa per tutto penetra, e s’insinua; ma il secondo cade languido: né l’uno né l’altro rende l’immagine del disfacimento e dello struggimento, il qual pur non scema il senso del dolore che sin dentro alle ossa penetra acuto. Onde questo è più bello del virgiliano che è pure sì bello: Ardet amans Dido, traocitgue per ossa furorem: senonchè nel latino sentesi col turbamento de’ sensi alterata la mente, sentesi la parte che lo spirito libero prende al furore, attraendo a sé colpevolmente il veleno, longumque bibebat amorem.
Nel passo in cui siamo, Virgilio, imitando, rimane minore del solito: Nunc scio quid sit Amor; duris in cotibus illum Aut Tmaros, aut Rhodope aut extremi Garamantes, Nec generis nostri puerum nec sanguinis edunt. Fredda tutta cotesta remota geografia; e duris cotibus dice meno che in selva; e nec generis nec sanguinis pare pleonasmo per compiere il verso; e puerum non ha il valore di dio, che in Teocrito ci rappresenta insieme il fanciullo appena nato, cresciuto grave, e con potenza quasi di spirito che penetra il corpo e l’anima. Anco l’edunt pare dettato dalla legge del metro, e ci rimanda all’immagine d’un’infanzia non tanto possente quanto spietata. E senza il pronome illum è disinvolta e vigorosa nel greco la voltata dell’accusativo amore a dio primo caso; di quelle voltate che anco