Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/326

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322 rassegna bibliografica

E dopo qualche altra pagina, continua: «A dir breve: un principe per conseguire l’unità della nazione, l’unità per conseguire l’indipendenza, e l’indipendenza per conseguire la libertà, può essere la formula più logica che riassuma in sè tutto il libro del Principe1; tesi che distendesi a svolgere e commentare e illustrare per altre tre e più pagine; finche giunga al capo VII del Principe, nel quale Cesare Borgia dal Machiavelli è francamente indicato per quella missione. A questo punto l’Angelini si trova in aperta opposizione col Ferrari. Lo storico delle Rivoluzioni d’Italia, negando l’opportunità, nel secolo XVI, della dinamica storica accettata dal Machiavelli nello svolgimento dell’umanità, all’individuo vuole invece sostituito il principio; e si esprime: «Combattendo per l’Italia, Machiavelli indicava la via che le nazioni devono percorrere: le nostre rivoluzioni si sviluppano dietro le leggi da lui determinate; le nostre lotte sono governate dalle sue teorie; i nostri uomini sono anticipatamente giudicati dai modelli ch’egli propose. Quel politico risorgimento ch’egli desiderava per l’Italia del secolo XVI, non è altro che il risorgimento dell’89, che l’Europa intera si sforza di attuare in ogni Stato. Noi lavoriamo tutti sul disegno da lui concepito; la nostra fede ha per assunto di realizzare quel progresso ch’egli vagheggiava a traverso la risurrezione della antichità greco-romana.... Havvi una cosa alla quale non pensava punto, un fine che non prevedeva; e questo raggiunge. La grand’arte di Machiavelli è per essenza arcana; la si sveli: è individuale; si franga questo simbolo dell’individuo; al luogo degli individui si pongano i principii; e Machiavelli indicherà la teoria di tutti i principii che trionfano, voglio dire di tutte le rivoluzioni che compionsi nel mondo»2. Alle quali notevoli linee l’A. obbietta, che le vedute di tale sintesi a lui paiono, più che «produzioni del genio,... giudizi in molta parte strambi e contradittorii»3; amare parole che vorremmo evitate, da chi pure propugna con calore la causa delle libertà popolari. - E l’Angelini accettando il Cesare Borgia come l’uomo il quale davvero abbia avuto in animo

  1. Pag. 59.
  2. Pag. 75-76.
  3. Pag. 77.