Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/423

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fra venezia e ravenna 417

io lire di Ravenna; e per quanto ho veduto coi miei occhi (conchiude il frate) le pagavano davvero. Ma i Veneziani, (continua) in questo negozio ebbero cinque accorgimenti ovvero malizie.

«La prima fu che dovendo questa concessione durare il tempo predetto e non di più, ora invece si accingono i Veneziani a farla perpetua, tanto è vero che non solo lo dicono ma ancora lo mostrano coi fatti avendo rifatto di muro il castello che prima era di legno.

«La seconda è che per tal modo chiudono la via del navigare ai lombardi, perchè non possano più aver nulla nè dalla Romagna nè dalla Marca d’Ancona di dove potrebbero ricevere frumento, vino, olio, pesci, carne, sale, fichi, uova, formaggio ed ogni bene che gli uomini si possono procurare, se i Veneziani non lo impedissero.

«La terza è che in questo modo, i Veneziani percorrono queste due provincie di Romagna e di Marca raccogliendo tutte le predette derrate e prevenendo i Bolognesi nel comprare, i quali a cagione dello Studio (cioè della loro università) e per la moltitudine de’ cittadini e di stranieri, hanno urgente necessità d’avere copia di tutte queste cose. Nessuno meravigli adunque se i Bolognesi si sono levati ed hanno edificato un castello contro i Veneziani, che incontro a loro dovrebbero adirarsi ed insorgere i lombardi tutti ed assalirli con poderoso esercito poichè da essi provengono tutti questi mali.

«La quarta è che tengono sempre una nave armata nel porto di Santa Maria1 perchè nessuno vi passi con viveri chiudendo così ogni via ai Ravennati, ai Bolognesi ed a tutti i lombardi, lo che non era per niente nei patti.

«E la quinta è che tengono sempre in Ravenna a loro spese un magistrato che chiamano Vicedomino il

  1. Forse nel porto di Sancta Maria ad Pharum presso la Rotonda.