Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/124

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104 l'etimologia e la storia arcaica

le anime1. Siccome la nascita di S. Rainaldo è messa da testimonianze contro cui non ho alcun motivo d’insorgere2, al 11573, quella del padre suo, padre in pari tempo d’altri figliuoli, tra i quali nulla dice che Rainaldo fosse il primogenito, vorrà mettersi verso il 1 130, se non più addietro.

È questa la data più remota che mi sia riuscito finora di assodare per il nome nostro; che, del Napoleone de’ signori di Orbassano, che ci riporterebbe alquanto più su, s’è visto come sia scarsa, per non dir nulla affatto, la consistenza; e le cose stanno anche peggio per un Napoleone, spettante al ceppo donde uscirà poi il Conte Ugolino, che si vuole vissuto intorno alla metà del secolo decimoprimo. La fonte meno prossima cui abbia saputo risalire per costui, è Paolo Tronci, in quelle Memorie Istoriche della Città di Pisa, che videro la luce a Livorno nel 1682, quando l’autore era morto4. Quivi «Neapolione Conte di Donoratico» figura tra € dodici Nobili Cittadini di Pisa», che si affermano aver dato principio «alla pia Opera della Misericordia» il 15 agosto del 1053, contribuendo

  1. Dorio, p. 106; Jacobilli, Vite de’ Santi e Beati dell’Umbria, Foligno, 1647, I, 216, e Di Nocera nell’Umbria, e sua Diocesi, e Cronologia de’ Vescovi di essa Città, ib., 1653, p. 79. Un passo d’antica cronaca riportato dal Dorio a p. 98 parrebbe fare il santo figliuolo d’altri che d’un Napoleone. Ma ciò viene unicamente dall’essersi scritto «filii» là dove è da leggere «filius»: «et de hoc processit sanctus vir Raynaldus episcopus de stirpe Vicci de Pustignano, filius d. Comitis Neapoleoni,» Cfr. la pagina antecedente. Piuttosto parrebbe che il cronista facesse discendere questo Napoleone da un omonimo anche più antico: cosa in sé stesso tutt’altro che improbabile, ma che, trattandosi di fatti remoti, ci guarderemmo bene dall’affermare sulla semplice fede di questo scrittore; tanto più che il «de hoc» può anche essere riferito a «Lupo», anziché al «D. Neapoleonus» suo discendente, in cui, finché del testo non s’ha dinanzi che quanto il Dorio riporta, è lecitissimo di vedere il nostro Napoleone secondo, ed anche il terzo.
  2. Si vedano le indicazioni marginali del Dorio, e si confrontino, per maggiori ragguagli intorno ad esse, le p. 95 e 96. Anche la determinatezza della data aggiunge un certo qual motivo di fiducia.
  3. Per mero errore di stampa in una delle opere del Jacobilli Di Nocera ecc.) si ha «1197.»
  4. [Tempesti]], Discorso Accademico sull’Istoria Letteraria Pisana, Pisa, 1787, p. 127; Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, Firenze, 1805, II, 410; Bonaini, in Arch. Stor. It., Serie prima, VI, p.° l.a p. xliv. Le Memorie di Pisa si affermano estratto, malamente raffazzonato, di un’ampia storia universale dal principio dell’Era cristiana, che il Moreni dovette ancora vedere, ancorché nel parlarne egli prenda dal Tempesti anche ciò che nessuno immaginerebbe mai ricopiato.