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184 | rassegna bibliografica |
tratto in errore da una nota marginale del codice Marciano Lat. X, 141, credette di doverla attribuire al fabbroferraio Giovanni Sagomino della prima metà del secolo XI1. E quale Chronicon venetum omnium quae circumferuntur vetustissimum et Iohanni Sagornino vulgo tributum fu pubblicato per la prima volta nel 1765 da Girolamo Francesco Zanetti sulla testimonianza del ricordato codice Marciano, detto anche Zeniano, perchè posseduto da Apostolo Zeno.
Ma questa prima edizione cui mancava una giusta critica nell’uso dei codici e per di più la esatta interpretazione del testo, non corrispose all’aspettazione degli studiosi di storia veneziana. Pensò allora di dare una seconda edizione della Cronaca nei primi anni del nostro secolo Domenico Maria Pellegrini dell’ordine dei Predicatori e preposto alla biblioteca del suo monastero; ma la sua illustrazione (la quale del resto correggeva soltanto in parte i gravi errori dello Zanetti) rimase inedita, ed ora è tra i codici Cicogna (n. 619) al Museo Civico di Venezia.
L’onore di aver dato una seconda edizione della nostra Cronaca spetta a Giorgio Enrico Pertz, il quale, riconoscendo in essa una fonte importantissima non solamente per la storia del comune veneziano, ma anche per quella dell’impero romano-tedesco, l’anno 1846 la pubblicò nel volume VII dei Monumenta Germaniae historica, valendosi come testimonianza fondamentale del codice Vaticano-Urbinate 4402, che è il più antico ed appartiene al secolo XI, e del codice Vaticano 5269, scritto verso la metà del secolo XIII e importante perchè ci ha conservato la prima parte della cronaca che manca nell’Urbinate e che ricorda le vicende del comune veneziano dalle origini sino alla elezione del doge Maurizio. Del terzo codice ossia del Marciano, che è il meno degno di considerazione, perchè è della fine del secolo XV e deriva mani-
- ↑ La Notizia del ricorso del fabbro ferraio Giovanni Sagomino ai dogi Pietro Barbolano e Domenico Fablianico contro il gastaldo è la prima delle Scritture storiche aggiunte nella edizione alla Cronaca del diacono Giovanni. Essa si legge anche nel codice Urbinate, ma vi è aggiunta per caso ed è di mano più recente. Tuttavia, come nota il M., il ricorso «ha un’importanza grandissima essendo un documento unico nel suo genere per l’antichità e la materia», perchè ci dà un’idea della costituzione delle arti in Venezia nel secolo XI. Nel codice Zeniano una nota marginale apposta al racconto del Sagomino dice nomen avctoris; e fu questa che trasse in errore il De Rubeis.
- ↑ È lo stesso che contiene il Chonicon Gradense.