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delle pievi di bono e di condino nel trentino 31

di quanto generalmente non si creda, sebbene in alcune valli la costituzione delle associazioni di liberi proprietari abbia po-

    «Cod. diplomatico è sbagliato nella data. È copia di copia fatta molto neglettamente. Già l’anno della copia è falso: deve essere MCCXIII ove era indizione ed era vescovo quel Federico de Wangen, che non lo fu già nel 1203. L’anno 1086 nell’originale era certamente scritto con numeri, non era l’indizione (sic); è da mutarsi il MLXXXVI in MCCXXXIV (sic), essendovi migliaia di tali esempi di trasandamenti di un L, X o C quando vi è più d’una cifra. La storia non fa mai un salto mortale; nel 1086 il Trentino (onde lo sviluppo seguitava giammai antecedeva quello dell’altra Italia, a cagione delle molte influenze germaniche) non era già avanzato talmente per avere dei Consoli. In Trento i più antichi documenti di Consoli sono del 1171, in Riva dl 1193, mentre abbiamo un numero grande di carte trentine ove vien deciso in affari degli uomini come università di Riva, Arco, Nago etc, avanti questo tempo senza che vi fosse il minimo segno di Consoli. - Quell’Albertus Domini Enrigi Regio (sic) notarius lo fu di Enrico figlio di Barbarossa reggente col padre, al quale, come è noto, fu rifiutata la coronazione come imperatore dai papi durante la vita del padre a cagione del maritaggio con Costanza di Sicilia». Consentiamo col W. quanto alla data della copia, tanto più che la sua rettifica ci è pure confermata dal codice bresciano; ma non ci paiono altrettanto giuste le osservazioni fatte riguardo alla data dell’atto. Come si sarebbe infatti potuto scrivere nel 1213 una copia di un atto steso nel 1234, e come questa si sarebbe potuta fare con l’autorità del vescovo Federigo Vanga, che mori nel 1218? E l’Alberto, notaio di Re Enrico, è molto più semplice ammettere che lo fosse di Enrico IV, fino al 1084 solo re di Germania, piuttosto che del figlio del Barbarossa, morto nel 1197, cioè trentasette anni prima che, secondo il W., si stendesse il documento di Lodrone, che aveva assunto la corona imperiale e quindi cessato di essere semplicemente re già nel 1191. Non sappiamo, d’altra parte, per quale ragione il W. abbia fissato precisamente il 1234, che, come abbiamo veduto, non può in alcun modo essere esatto. Ma, giacchè egli vuole ritardare di tanto l’epoca del documento di Lodrone, deducendola dalla circostanza che la coltura generale del Trentino in quel tempo era esposta alle influenze germaniche, noteremo che se fuvvi luogo nel Trentino dove non si risentirono affatto quelle influenze, questo fu appunto, come è noto, la Valle del Chiese; i nostri documenti. stessi ne fanno luminosa prova, come provano dall’altro lato la strettissima relazione di costumi che passava tra quella e i limitrofi paesi lombardi. Cosi, mentre a Trento i consoli non compaiono che nel 1171 e altrove più tardi, e in certe valli del Trentino, almeno con questo nome, non comparvero mai, nella Lombardia si ebbero i consoli assai prima, e, più presto forse che nelle città, nei villaggi; e Lodrone, situato a pochi passi dal confine bresciano, più vicino anzi a Brescia che a Trento, in una valle chiusa verso i paesi trentini e aperta verso i lombardi, potè bene avere i consoli prima di Trento, e averli, ripetiamo, nel 1086.