Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/52

Da Wikisource.
32 le più antiche carte

tuto essere ritardata dai vincoli feudali o dalla stretta dipendenza dall’autorità sovrana; e più antica ci apparirà certamente quando, guardando più alla sostanza che al nome, si voglia tenere il debito conto delle prime circoscrizioni con organizzazione comunale, rappresentate dallo Pievi1. Ma non è questo il luogo dove opportunamente si possa trattare di tale argomento, e converrà invece che, attenendoci alle notizie che si ricavano dalle nostre carte, si espongano le attribuzioni e gli uffici dei consoli delle Comunità, quali ci appariscono essere stati nel dugento e nel trecento, cioè nel pieno consolidamento delle istituzioni comunali nelle valli Giudicariesi.

Ogni Comune aveva un dato numero di consoli, che sullo prime pare sia stato di uno per ogni villa che componeva il Concilio, e poi si fissasse in due o tre; così due ne troviamo a Daone, a Castello e a Storo, tre a Roncone, a Lardare, a Praso, a Condino (due di Condino e uno di Brione). Ognuno che fosse appartenuto al Comune e che avesse con quello pagato le imposte, poteva essere eletto a quell’ufficio e vi restava per un anno, dopo il quale, secondo gli Statuti del 1290, non se ne poteva rinnovare, per un dato numero d’anni, l’elezione. Chi avesse rifiutato di accettare l’ufficio, doveva, secondo gli Statuti di Daone, pagare una grossa multa e tuttavia assumere la carica. In generale poteano i consoli fare tutto quello che loro fosse sembrato utile per l’amministrazione dei beni comunali, come si esprimono i primi Statuti di Condino; ma questa autorità era tutt’altro che illimitata, tanto che, per tutti gli affari che impegnavano il Comune con altri enti esterni, si eleggeva un procuratore o sindaco speciale, di fronte al quale i consoli non avevano altra attribuzione che quella di rappresentare gli altri vicini, di riceverne con questi e a loro nome il giuramento, di sindacarne l’operato, di assisterlo talvolta nelle sue operazioni, di approvare in fine le sentenze pronun-

  1. Per la storia della costituzione dei Comuni rurali nel Trentino, e specialmente nella Val di Non, è notevole l’opuscolo di Desiderio Reich, Notizie storiche del Comune di Coredo (Trento, Monauni, 1886), dove sono raccolte molte notizie sulle prime vicinie e sui primi accenni alle Comunità trentine. Qualche notizia si può ricavare anche dalla Storia della Val di Sole di T. Bottea (Trento, Monauni, 1883).