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vengono dai cinque sensi, l’avete fiutato (col naso, s’intende), come certi sillabici hanno fiutato quel bravo uomo, che siete voi (Provincia, n. 67).

Filosofo — Ho detto in generale, non ho inteso parlar di me.

Ignorante — Oh! siete troppo modesto! Però avete addotte tutte le particolarità necessarie, affinchè ognuno, leggendo, richiami al pensiero infallibilmente la persona (ivi) di cui intendevate parlare, e quindi mi perdonerete se... Non vi ho poi fatto disonore, se ho creduto che siate il bravo uomo cresciuto in mezzo ai Mantovani a loro insaputa e loro malgrado, benchè neghi che vi abbiano perseguitato. E poichè vi stimo un bravo uomo, vorrei sapere come avete fatto colla vostra psicologia a scoprire l’autore del nostro dialogo.

Filosofo. — Voi non sapete nemmeno che cosa voglia dire psicologia.

Ignorante — Verissimo, perchè sono ignorante, e perciò vi prego di istruirmi.

Filosofo — La faccenda è lunga: convien prendere le cose dall’alto.

Ignorante — Anche dalla cima della cupola di S. Andrea, se volete.

Filosofo — La cognizione è vera per sè stessa.

Ignorante — Quando non sia uno sproposito.

Filosofo — Non può mica esserlo, perchè ciò che si chiama rappresentazione, o idea, non è una appartenenza di un soggetto.

Ignorante — La non c’entra nella mai testa: io mi rappresento il sole; e questa immagine non ha valore come cognizione, nè dipende dalla somiglianza del suo oggetto, cioè del sole?

Filosofo — No, perchè è una realtà in se stessa, e per essere concepita come tale non ha bisogno di essere riferita nè ad un soggetto, di cui sia il modo di esìstere, nè ad un oggetto, di cui sia l’immagine.

Ignorante — Se ho capito bene questa vostra filosofia