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132 Scritti vari

sponsabile, ho pensato che la vostra morale debba piacere molto ai ladri, ai birbi, ai mariuoli, ai lenoni e a tutta la rispettabile loro compagnia, assolvendoli essa tutti da colpa: perlochè dovrebbesi aprire tutte le prigioni, abolire i codici penali, risparmiar le spese dei tribunali, licenziare la famiglia del criminale e così voltar faccia al mondo, il quale finora ha vissuto nelle tenebre e nella barbarie. Riformato esso così, diverrebbe, in grazia della filosofia psicologico-positivista, un bel gregge d’Epicuro, o piuttosto una selva di bestie feroci, e qualche cosa ancora di peggio, se pur vi ha.

E così noi mettiamo fine, o lettore, a questi nostri dialoghi, ritenendo di averne detto abbastanza per far conoscere quanto sia poggiata sul falso, e come sia indegna di qualunque uomo che non abbia rinunciato ad ogni onesto sentimento, alla coscienza, al pudore, una filosofia, che rovescia non solo la metafisica, ma l’etica, ed ogni legge morde, ed apre così la via ai più turpi disordini, a tutte le iniquità. Non si adiri l’autore da noi mai nominato, benchè più volte ci abbia stuzzicati ne’ pubblici fogli, non si sdegni, se portiamo della sua filosofia questo in apparenza severo giudizio. Saremmo pronti a sostenerlo, quando ei si accingesse a rispondere, non con celie, piuttosto che con ragioni, come ha fatto altre volte, ma con sodi argomenti. Guardi piuttosto alle tristi conseguenze che ne verrebbero alle famiglie, alla società, a quella gioventù, che gli è affidata da istruire, se le sue dottrine fossero accolte e sviluppate praticamente nelle loro facili conseguenze. Che se questi dialoghi a nulla serviranno per lui, come fortemente temiamo, servano almeno ai genitori ad illuminarli affinchè preservino i loro figliuoli da tali funeste dottrine, lasciando noi loro la cura di trovarne il modo per non suscitare col suggerirlo spiacevoli animosità.

(Dal n. 31. 1 dicembre 1872, del giornale Il Vessillo Cattolico).