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si dichiara che «secondo la fede cristiana... è certo e nulla di ciò è più certo, che per tutti i peccati e le colpe occorre la confessione e la penitenza1». (Secondo la fede cristiana è come dire, dogma; dunque si parla di dogma almeno quattro secoli prima del concilio di Trento). Qui poi ricordo al lettore, che Pietro Lombardo, di cui abbiamo riportato le sentenze in principio di queste osservazioni, appartiene a questo medesimo secolo.

Ma di ciò basti. La bugia è così spaccata, che non c’è neanche gusto a smentirla. Andiamo dunque innanzi.

«... Quando per maledizione del genere umano lo Spirito Santo fece — espressione di poco buon gusto anche per chi non sia cristiano — eleggere papa Innocenzo III»

Innocenzo III un infame! Quelli che vogliono comprendere l’ingiustizia e la stoltezza di questo epiteto, leggano Müller2, Wilken3 e Raumer4, che non sono cattolici, e quindi non sospetti di parzialità; e specialmente leggano i tre volumi della vita di lui del ministro protestante, presidente del concistoro di Sciaffusa, Federico Hurter5, che dopo venti anni di studi pubblicò quel lavoro, accolto in Europa con immenso favore, in cui abbattè tutte le accuse accumulate sul capo di Innocenzo III dalla ignoranza e dalle passioni politiche e religiose, e dimostrò ad evidenza, che è stato l’uomo il più grande, il più dotto, il più nobile, il più umano del suo tempo. Vuol dire questo, che siano da ritenersi siccome giuste le sue idee sulla supremazia, sulla ingerenza politica della chiesa, considerate in astratto, fuori di quei tempi, di quelle circostanze, nelle quali, essendo già un

  1. Patrol. Migne, t. 157, col. 199 n. 251.
  2. Storia univers., t. II, capo 9.
  3. Storia delle crociate, Lipsia 1807-32.
  4. Storia degli Hohenstaufen, Lipsia 1824-26, t. III, p. 306.
  5. Amburgo, 1836-38, trad. Milano, 1839.