Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/258

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la vostra veramente gentile e illustre persona, ne le rare virtú de la quale si compiace il mondo e la natura non per altro che per esser Vostra Mercé uno dei lor piú graditi ornamenti. Di Vinezia, il 23 d’agosto 1542.

DCCLXXXVIII

A LO IMBASCIADOR DI FRANCIA

Ne loda la grande versatilitá, che gli permette di dedicarsi in pari tempo agli affari politici e agli studi. Felice il re Francesco, che ha un tal servitore 1 L’avere inteso da la propria bocca de lo Abondi come la vostra mente reale si è pacificata con la mia servitú fedele mi ha risuscitato in modo rafTczzione, che ella, circa il reverirvi, è ritornata al gratto di prima. Benché, senza il mezzo del prestante messer Agostino magnifico, sempre poteva sperare la grazia del chiaro monsignor di Monpolieri: si perché il vincere il suo istesso animo e temprar l’alterezza è solo dono di voi ; si perché il tolerare i grandi e l’osservare i saputi è proprio utlízio di me, che non so imagínarmi qual si possa essere che il vivo spirto del vostro desto intelletto stia sempre fitto ne la pratica dei gran negozi senza mai levarsi da lo essercizio degli alti studi ; talché è difficile a conoscere se voi ognora studiate overo se tuttavia negoziate. Oltra di questo, è un miracolo di strana maraviglia il vedervi in un medesimo tempo fornire Sua Maestá di libri e d’armi; e ciò testimoniano i volumi greci e i capitani italiani, che le intertiene e procaccia l’autoritá e la cura de la Vostra grave e prudente Signoria. Onde il sommo e ottimo re Francesco (la cui fama avrá sempre in sé piú gloria che ammirazione, da che il suo animo, sprezzante i termini de la vita, si sente di continuo acceso da l’amore de la immortalitá) si può multo ben gloriare, tenendo ai servigi dd dominio e de la Corona di lui una persona perfetta ne la cognizion de le scienzie ed esperta ne la facultá dei maneggi. E,