Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/338

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che quasi non furono per sequire l’amata donna, dandose cum le loro proprie mano cum invicto core la morte. E alfine l’averebbeno facto, se la virtú del conte Ermes non li fusse occorsa. Il quale, avendoli pietá, deliberò cum degno e pietoso effecto consolarli, come quello che de la sua virtú e valore era oltramodo acceso, inamorato. E cum questo pensiero, uno giorno che l’uno non seppe de l’altro, li menò seco a disenare: dove, finito quello, cum dolci gesti e amorevole parole per mano pigliandoli, in una camera, dove avea due sue bellissime e virtuose figliuole, li condusse, e de quelle cum onorata dota a ciascuno ne dette una per moglie. La qual cosa piacendo summamente a li cavalieri, epsi tra loro poi cum pace e cum grande vinculo d’amore fraternamente visseno. Per la consolazione de’ quali, magnifico conte e voi spectabile brigata, a vostro piacere, sotigliando cum prudente lima li vostri ingegni, piáciave fare iudicio, quale per magiore liberalitá cum segno de piú caldo amore meritò la bella donna, benché alora, per casone de quella che è terminatrice d’ogni affanno, non se indicasse. Excellentissimo mio signore, questo bellicoso e amoroso caso porse non meno pietá che piacere a la brigata, la quale, laudato cum reverente grazie el narratore, incominciò cum sottili termini arguire sopra quisti liberali effecti. Dove alcuni diceano che molto fu piú liberale el Colomnese cavaliero che l’Ursino, per avere facto dono de se stesso, del quale alcuno non è né se trova magiore, e ferendose dapoi il p>ecto, per dimostrare la vera affcczione del core, che quella di colui el qual donò le sue facultá, stato e richezze, che sono fructi de fortuna e quasi de ninno momento apresso la libertá e il premio de la vita, le quale piú che altra cosa se hanno e debbono avere care. Imperoché colui che la sua libertá e la sua vita dona, oltraché se faza perpetuamente servo, tien sempre la sua vita al taglio de la morte, secundo la volontá del donato; la qual cosa me pare una infinita e incomparabile liberalitá. E per questo el cavaliero Colomnese molto piú liberale che l’Ursino indicare se debbe, per avere donato la libertá e la propria vita; ché l’Ursino non