Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/377

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tura, gobbo, piú guerzo che mai e zoppo. diceva E e.sserli questa advenuta ultima disgrazia, per il meglio. overo E ven- veramente, a mio iudicio, questa pazienzia e conforto procedea o de una gran virtude d’animo, overo da una speranza trovare alfine qualche benigna fortuna. Nientedimeno, o venisse per ventura o venisse per speranza, sempre concludeva che ogni cosa per lo meglio era intravenuta. Onde accadde poi che, morendo el re Carolo primo e succedendo a lui Carolo «claudo», elio non voleva apresso sé Claudi, zoppi, ciechi né gobbi; di che fu opportuno ad Eliseo pigliare consiglio e mutar luoco, avendo disposto mai piú a la sua patria retornare. Epso adunque, montato in nave a Brundusio, n’andò verso la Grecia, per aconciarse, se poteva, cum il despoto de la Morea. Nel quale cammino, per cumulo delle sue disavventure, fu da’ pirati preso e in una coca carca de varia preda a Cipri conducto e venduto ad uno mercatante moro, nominato Talasio. El quale, vedendo el comperato servo cosi de la vita storpiato, il conduxe in un suo paese, e poselo nella Arabia felice, guardature de li suoi cameli. Al quale exercizio stando circa cinque anni, questa fortuna ancora per lo meglio diceva esserli advenuta. Pur, cognosciuto da alcuno moro la virtute del suo ingegno, furtivamente fu conducto nelle extreme parte de la Arabia, in una citade chiamata Labrich, ove uno potente signore dimorava, nominato Ezeboet. Ivi, imparata la lingua de la provincia, li fu facii cosa assai venire in grazia di quel signore per le sue opere e virtute, per le quale ogni giorno l’amore del principe verso lui cresceva, e in tanto, che tutto el p>opulo el reputava el primo uomo de auctoritá e de consiglio apresso il signore. E cusi, in tal grazia e stalo dimorando, il principe fini el corso de sua vita; per il che ad Eliseo era necessario a l’altro seculo lo sequisse. per essere in quelle centrate uno antiquo costume, cioè che, quando per morte mancava el principe, quella medesima ora se decapitava el piú caro servitore avesse, accioch’ello ne l’altro seculo avesse compagno ch’el servisse; unde la sorte ad Eliseo locava, come al primo e piú caro consiglierò