Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/58

Da Wikisource.
52 iii - madrigali

III

Sappia la sua donna che, non corrisposto, muore dal dolore.

     Amor, io non potrei
aver da te se non ricca mercede,
poi che quant’amo lei — Madonna vede.
Deh! fa’ ch’ella sappia anco
5quel che forse non crede, quanto io sia
giá presso a venir manco,
se piú nascosa l’è la pena mia.
Ch’ella lo sappia, fia
tanto solevamento a’ dolor miei,
10ch’io ne vivrò, dove or me ne morrei.

IV

Quanto lieve l’amore di lei, se le sole minacce l’hanno fugato!

     Per gran vento che spire,
non si estingue, anzi piú cresce un gran foco,
e spegne e fa sparire — ogn’aura il poco.
Quanto ha guerra maggiore
5intorno in ogni loco e in su le porte,
tanto piú un grande amore
si ripara nel core, e fa piú forte.
D’umile e bassa sorte,
Madonna, il vostro si potria ben dire,
io se le minacce l’han fatto fuggire.

V

Se muore, è l’amore per lei che lo fa morire.

     Oh se, quanto è l’ardore,
tanto, Madonna, in me fusse l’ardire,
forse il mal c’ho nel core — osarei dire.
A voi devrei contarlo,
5ma per timor, oimè! d’un sdegno, resto,