Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/192

Da Wikisource.
186 canto


64
     Gli par ch’avendo in mano il cavalliero,
avrá la donna ancor, che sí l’ha offeso,
s’in possanza di lui la donna è vero
che se ritruovi, e il fante ha ben inteso.
Trenta uomini pigliar fece sentiero
diverso da la porta ov’era atteso,
che dopo occulto et assai lungo giro,
dietro alle spalle al paladino usciro.

65
     Il traditore intanto dar parole
fatto gli avea, sin che i cavalli e i fanti
vede esser giunti al loco ove gli vuole;
da la porta esce poi con altretanti.
Come le fere e il bosco cinger suole
perito cacciator da tutti i canti;
come appresso a Volana i pesci e l’onda
con lunga rete il pescator circonda:

66
     cosí per ogni via dal re di Frisa,
che quel guerrier non fugga, si provede.
Vivo lo vuole, e non in altra guisa:
e questo far sí facilmente crede,
che ’l fulmine terrestre, con che uccisa
ha tanta e tanta gente, ora non chiede;
che quivi non gli par che si convegna,
dove pigliar, non far morir, disegna.

67
     Qual cauto ucellator che serba vivi,
intento a maggior preda, i primi augelli,
acciò in piú quantitade altri captivi
faccia col giuoco e col zimbel di quelli;
tal esser volse il re Cimosco quivi:
ma giá non volse Orlando esser di quelli
che si lascin pigliare al primo tratto;
e tosto roppe il cerchio ch’avean fatto.