Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/227

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decimo 221


108
     dico l’annel che Bradamante avea,
per liberar Ruggier, tolto a Brunello,
poi per trarlo di man d’Alcina rea,
mandato in India per Melissa a quello.
Melissa (come dianzi io vi dicea)
in ben di molti adoperò l’annello;
indi l’avea a Ruggier restituito,
dal qual poi sempre fu portato in dito.

109
     Lo dá ad Angelica ora, perché teme
che del suo scudo il fulgurar non viete,
e perché a lei ne sien difesi insieme
gli occhi che giá l’avean preso alla rete.
Or viene al lito e sotto il ventre preme
ben mezzo il mar la smisurata cete.
Sta Ruggiero alla posta, e lieva il velo;
e par ch’aggiunga un altro sole al cielo.

110
     Ferí negli occhi l’incantato lume
di quella fera, e fece al modo usato.
Quale o trota o scaglion va giú pel fiume
c’ha con calcina il montanar turbato,
tal si vedea ne le marine schiume
il mostro orribilmente riversciato.
Di qua di lá Ruggier percuote assai,
ma di ferirlo via non truova mai.

111
     La bella donna tuttavolta priega
ch’invan la dura squama oltre non pesti.
— Torna, per Dio, signor: prima mi slega
(dicea piangendo), che l’orca si desti:
portami teco e in mezzo il mar mi anniega:
non far ch’in ventre al brutto pesce io resti. —
Ruggier, commosso dunque al giusto grido,
slegò la donna, e la levò dal lido.