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364 canto


56
     L’alto rumor de le sonore trombe,
de’ timpani e de’ barbari stromenti,
giunti al continuo suon d’archi, di frombe,
di machine, di ruote e di tormenti;
e quel di che piú par che ’l ciel ribombe,
gridi, tumulti, gemiti e lamenti;
rendeno un alto suon ch’a quel s’accorda,
con che i vicin, cadendo, il Nilo assorda.

57
     Grande ombra d’ogn’intorno il cielo involve,
nata dal saettar de li duo campi;
l’alito, il fumo del sudor, la polve
par che ne l’aria oscura nebbia stampi.
Or qua l’un campo, or l’altro lá si volve:
vedresti or come un segua, or come scampi;
et ivi alcuno, o non troppo diviso,
rimaner morto ove ha il nimico ucciso.

58
     Dove una squadra per stanchezza è mossa,
un’altra si fa tosto andare inanti.
Di qua di lá la gente d’arme ingrossa:
lá cavallieri, e qua si metton fanti.
La terra che sostien l’assalto, è rossa:
mutato ha il verde ne’ sanguigni manti;
e dov’erano i fiori azzurri e gialli,
giaceno uccisi or gli uomini e i cavalli.

59
     Zerbin facea le piú mirabil pruove
che mai facesse di sua etá garzone:
l’esercito pagan che ’ntorno piove,
taglia et uccide e mena a destruzione.
Arïodante alle sue genti nuove
mostra di sua virtú gran paragone;
e dá di sé timore e meraviglia
a quelli di Navarra e di Castiglia.