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182 canto


56
     Poi non conviene all’importanza nostra
che ne vieta ogni indugio, ogni dimora,
che punto vi fermiate a quella giostra;
e presuppongo che vinciate ancora,
che vostra alta presenzia lo dimostra;
ma non è cosa da fare in un’ora:
et è gran dubbio che ’l giovine s’arda,
se tutto oggi a soccorrerlo si tarda. —

57
     Disse Ruggier: — Non riguardiamo a questo;
faccián nui quel che si può far per nui;
abbia chi regge il ciel cura del resto,
o la Fortuna, se non tocca a lui.
Ti fia per questa giostra manifesto,
se buoni siamo d’aiutar colui
che per cagion sí debole e sí lieve,
come n’hai detto, oggi bruciar si deve. —

58
     Senza risponder altro, la donzella
si messe per la via ch’era piú corta.
Piú di tre miglia non andâr per quella,
che si trovaro al ponte et alla porta
dove si perdon l’arme e la gonnella,
e de la vita gran dubbio si porta.
Al primo apparir lor, di su la ròcca
è chi duo botti la campana tocca.

59
     Et ecco de la porta con gran fretta,
trottando s’un ronzino, un vecchio uscío;
e quel venía gridando: — Aspetta, aspetta:
restate olá, che qui si paga il fio;
e se l’usanza non v’è stata detta,
che qui si tiene, or ve la vo’ dir io. —
E contar loro incominciò di quello
costume, che servar fa Pinabello.