Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/194

Da Wikisource.
188 canto


80
     La donna del castel da un lato preme,
Ruggier da l’altro li chiama e rampogna,
tanto ch’a forza si spiccaro insieme,
ma nel viso infiammati di vergogna.
Dinanzi apparve l’uno e l’altro seme
del marchese onorato di Borgogna:
ma Guidon, che piú grave ebbe il cavallo,
venía lor dietro con poco intervallo.

81
     Con la medesima asta con che avea
Sansonetto abbattuto, Ruggier viene,
coperto da lo scudo che solea
Atlante aver sui monti di Pirene:
dico quello incantato, che splendea
tanto, ch’umana vista nol sostiene;
a cui Ruggier per l’ultimo soccorso
nei piú gravi perigli avea ricorso.

82
     Ben che sol tre fïate bisognolli,
e certo in gran perigli, usarne il lume:
le prime due, quando dai regni molli
si trasse a piú lodevole costume;
la terza, quando i denti mal satolli
lasciò de l’orca alle marine spume,
che dovean devorar la bella nuda
che fu a chi la campò poi cosí cruda.

83
     Fuor che queste tre volte, tutto ’l resto
lo tenea sotto un velo in modo ascoso,
ch’a discoprirlo esser potea ben presto,
che del suo aiuto fosse bisognoso.
Quivi alla giostra ne venía con questo,
come io v’ho detto ancora, sí animoso,
che quei tre cavallier che vedea inanti,
manco temea che pargoletti infanti.